SOTTOMARINA - «Questa mattina Sottomarina era irreale: immobile, ferma. Un silenzio indescrivibile». È rimasto solo dopo quella notte maledetta. Fabio Boscolo Scarmanati, 30 anni, ha perso la sua famiglia nel tragico rogo di via Roma e il suo primo pensiero, in questi giorni, è cercare di tenersi occupato per non fermarsi a pensare. Al camping Smeraldo di Isola Verde, storica attività degli Scarmanati, ieri c’era una vera e propria processione: amici, parenti, colleghi.
IL DOLORE
La notizia è esplosa come una bomba già sabato notte. «Erano tutti là, tutta la città sotto casa nostra. Faceva freddo, ma fino alle 4.30 del mattino nessuno si è mosso, fino a quando non si è capito cosa fosse successo. La strada era bloccata da quanta gente c’era». E ieri stesso copione. «Stamattina (ieri, ndr) in bar non parlava nessuno, e non mi avevano visto certo arrivare. Al mercato mi stavano aspettando tutti, piangevano tutti». La domanda a cui nessuno sa dare una risposta è sempre la stessa. «Cos’è successo? Non lo so, so solo che sono morti. La bici elettrica? Non c’entra nulla, non la usavano neanche. Penso sia esploso un trasformatore o una batteria, magari un cellulare in carica sul divano. L’impianto elettrico era stato fatto nei primi anni Duemila e non avevamo badato a spese. Rimpiango però una cosa: non aver avuto i rilevatori di fumo al piano terra. Mio papà li aveva fatti installare al piano di sopra, ma quando hanno suonato quelli ormai era troppo tardi. Se li avessimo avuti giù e fossero scattati forse oggi sarebbero ancora vivi».
L’ULTIMO SALUTO
La stagione è alle porte e tra pochi giorni Fabio e Davide avrebbero dovuto presentare la loro nuova società. «Non ci sarà nulla da presentare», commenta amaro. Nei prossimi giorni verrà decisa la data del funerale e Fabio ci tiene a regalare ai suoi famigliari il tributo che meritano. «Il sindaco mi ha detto che si farà il lutto cittadino, ma non possiamo fare il funerale al Duomo: ci saranno almeno duemila persone. Serve uno spazio grande, come il mercato ortofrutticolo, quella era la casa di mio padre, abbiamo anche un parcheggio. Se non si può fare lì, si faccia allo stadio, o in diga. Voglio un evento bello, con la musica. I gruppi che suonano dal vivo, prima della funzione, e un pianista, come sarebbe piaciuto tanto a Davide e a mia madre. Un servizio navetta per gli anziani, perché tanti non hanno la patente e vorranno esserci: in questi due giorni ho ricevuto migliaia di messaggi».
«EROI»
Una parola anche per i due soccorritori: «Onore al merito a quei due ragazzi, il loro è stato un atto di eroismo. Umar Munir lo conosciamo bene da anni, ci vogliamo bene: ha rischiato la vita per salvarli. Lo ringrazierò presto».