Chioggia, crisi di maggioranza: finisce l'alleanza tra Lega e Fratelli d'Italia. Armelao apre al rimpasto

Il sindaco: «Dopo quattro mesi finisce l’intesa politica con FdI». Le dichiarazioni arrivano al temine di giornate di forti tensioni. «La revoca dell’ex vicesindaco, Daniele Tiozzo Brasiola, era stata concordata con il loro segretario provinciale Lucas Pavanetto»

Martedì 26 Marzo 2024 di Diego Degan
Chioggia, crisi di maggioranza: finisce l'alleanza tra Lega e Fratelli d'Italia. Armelao apre al rimpasto

CHIOGGIA - «Dopo quattro mesi finisce l’intesa politica con Fratelli d’Italia di Chioggia». La nota del sindaco, Mauro Armelao, è arrivata questa sera, alle 18.30, quasi a suggello di due giornate di tensione politica, caratterizzate da aspre critiche delle opposizioni ma anche, in qualche modo, a risposta di queste critiche. 


L’ACCUSA
Ma, soprattutto, rovesciando sull’ormai ex alleato, un’accusa pesante: «la revoca dell’ex vice sindaco, Daniele Tiozzo Brasiola, era stata concordata con il loro segretario provinciale di Venezia, Lucas Pavanetto». Una situazione, continua Armelao, che «in questi quattro mesi ha messo in difficoltà tutta la coalizione di centro destra che amministra Chioggia». A dimostrazione, il sindaco riassume alcune delle tappe politiche di questo disaccordo, definendo grave «l’assenza di tre consiglieri comunali durante il consiglio del 21 dicembre dove era prevista l’approvazione della delibera della previsione di bilancio per il 2024, rischiando di far mancare il numero legale. In più occasioni io come sindaco con l’appoggio della lista civica, Forza Italia e Lega avevamo trovato una quadra che potesse sistemare la situazione, ma puntualmente qualsiasi scelta veniva ostacolata dal segretario locale FdI (Matteo Penzo, ndr).

Fin dal nostro insediamento in più occasioni e per i più svariati motivi, lo stesso segretario locale FdI creava tensioni interne che facevano perdere di vista il nostro principale obbiettive e cioè il bene della nostra città». 


CONSIGLIO
Armelao afferma che «in questi quattro mesi, comunque, l’attività amministrativa non si è fermata, anzi ha continuato anche più spedita di prima», quasi a rispondere, come si diceva, alle critiche dell’opposizione (Pd, 5S, Obbiettivo Chioggia ed Energia civica) che, tra domenica e lunedì, avevano spinto molto sul nodo della crisi. Prima, affiggendo sulle cancellate del municipio vari cartelli che evidenziavano i problemi irrisolti che riguardano la città: la Ztl più volte rinviata, il Lungomare ancora in stile “anni ‘70”, il trasferimento del mercato ittico all’ingrosso, i “bomboloni” che non si schiodano da Punta Colombi, il disability manager di cui si attende ancora la comparsa e altro ancora. Il giorno dopo, in consiglio, avevano chiesto spiegazioni al sindaco e, a fronte del suo silenzio, avevano abbandonato l’aula, inalberando gli stessi cartelli del giorno prima. Gli 11 consiglieri presenti, a quel punto, hanno chiuso il consiglio in 20 minuti, approvando tutte le delibere all’unanimità Armelao, però, aveva altro da pensare: in quelle ore era sottoposto a una fortissima pressione sull’ultimo compromesso che FdI gli aveva sottoposto e sulla spinta che proveniva dai vertici provinciali e regionali del suo stesso partito a chiudere rapidamente la crisi. 
Un compromesso che avrebbe previsto il reintegro dei due assessori mancanti (oltre a Brasiola anche Massimiliano Tiozzo Caenazzo) a deleghe invertite o, comunque, modificate tra i due, con il ruolo di vice sindaco a Caenazzo. Queste, almeno, le voci di palazzo. Cosa sia accaduto tra lunedì e martedì sera per indurre Armelao al “gran rifiuto” non è chiaro ma che qualcosa “esploda” dopo quattro mesi di tensione, è comprensibile. In ogni caso Armelao ha mantenuto la sua promessa: «parlerò solo alla fine», aveva detto e così ha fatto indicando coloro che lui individua come “colpevoli” della situazione che si è creata. 


FDI
Per parte sua, il segretario provinciale di FdI, Lucas Pavanetto, non commenta: «Prendiamo atto, nulla da dire, al momento, Domani (oggi, ndr) con il coordinatore provinciale, Speranzon, e quello regionale, De Carlo, manderemo un comunicato stampa con le nostre valutazioni». 
E adesso, cosa farà Armelao? Sulla carta dispone di 13, massimo 14, voti, con il rischio che i due consiglieri superstiti di FdI che lo appoggiano, a fronte della già ventilata minaccia di espulsione dal partito diventa concreta), possano ridursi di numero: una maggioranza così risicata potrebbe venir meno da un momento all’altro. 
«Ora – dice Armelao - apriamo un confronto con tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale e che abbiamo a cuore la propria città». Ma Pd e 5S non sono “reclutabili” e le due civiche di minoranza hanno già detto di no. 

Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 17:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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