Famiglia distrutta dal rogo, in 1500 al mercato ortofrutticolo per dire addio a Gianni, Luisella e Davide

Giovedì 4 Aprile 2024 di Diego Degan
Il funerale della famiglia Boscolo Scaramanati morta nel rogo


CHIOGGIA - La parte fortunata è stata quella del meteo che, grazie alle all'assenza di precipitazioni degli ultimi giorni, ha impedito che l'ex campo da calcio diventasse un pantano in cui sarebbe stato difficile far parcheggiare le auto. Ma per il resto l'organizzazione dei funerali della famiglia Boscolo Scarmanati è stata impeccabile, sotto il profilo logistico e sotto quello religioso e umano: accogliere gli oltre 1500 intervenuti, permettere loro di assistere e partecipare al rito, restituire a tutti il senso di comunità che si è creato nell'animo di ciascuno, dopo la disgrazia che ha sterminato quasi tutta la famiglia, poteva non essere facile ma, alla fine, a Brondolo tutto è stato fatto.

PROTEZIONE CIVILE
L'ingresso al mercato ortofrutticolo è stato regolato dalla Protezione civile e dall'associazione carabinieri, destinando il campo da calcio ai cittadini e i park interni ai familiari, autorità (c'era il sindaco, Mauro Armelao), stampa e personale di supporto. Non una distinzione "di classe" evidentemente, ma puramente logistica, per permettere a tutti di svolgere al meglio il loro compito nella triste circostanza. All'interno della sala aste 1150 posti a sedere, secondo gli ultimi calcoli, non sono bastati: qualche centinaio di persone ha assistito in piedi alla cerimonia. Le tre bare, per evitare assembramenti, sono arrivate nel padiglione quasi mezzora prima dell'inizio del rito. Sette i sacerdoti presenti, tra i quali il parroco di San Martino, don Michele Mariotto, più il vescovo, Giampaolo Dianin, che ha presieduto la cerimonia.

Don Michele ha aperto la funzione elogiando il senso di unità, solidarietà e condivisione che la comunità ha dimostrato dopo la tragica morte di Gianni, Luisella e Davide. 

COMUNITA'
Il vescovo, a sua volta, ha tracciato un ritratto dei tre scomparsi sottolineando i loro legami con la comunità. Gianni (64 anni) che aveva iniziato come ortolano e, via via, si era incamminato nel mondo del commercio delle derrate agricole, fino a diventare un grossista del mercato e ad acquisire, in seguito, il camping e la spiaggia, nell'intento di dare un futuro ai figli. Luisella Veronese (59 anni), sua moglie, che seguiva, come operatrice socio sanitaria, i bambini disabili nelle scuole e, quando aveva un minuto libero, aiutava il figlio maggiore Fabio nella gestione del camping come, del resto, gli altri membri della famiglia. Ma Luisella, da una ventina d'anni, faceva anche parte di un gruppo di volontariato e beneficenza (il San Rafael) delle parrocchie di San Martino e Madonna di Lourdes. Il loro secondo figlio Davide (27 anni) con le passioni tipiche della sua età, la musica e lo sport, il rugby in particolare, dato il suo fisico possente che gli aveva guadagnato il soprannome di "gigante buono". Monsignor Dianin ha anche ricordato il generoso tentativo di due ragazzi di prestare soccorso, dopo aver visto le fiamme che uscivano dalle finestre del piano terra, sprigionando quel fumo nero che, al secondo piano, avrebbe asfissiato la famiglia dormiente. Una morte tragica che ha gettato nello sconforto gli altri familiari. E qui il vescovo ha fatto il paragone con quel passo del Vangelo di Luca in cui due discepoli incontrano Gesù risorto, senza riconoscerlo e, quasi con rabbia, gli raccontano, credendo che la ignori, la vicenda del suo arresto e della sua crocifissione, poiché pensano di essere stati abbandonati dal Messia, da colui che doveva portare la salvezza. Ma, infine, Gesù risorto si rivela a loro e lo stesso, secondo le parole del vescovo e la fede cristiana, avverrà per Gianni, Luisella e Davide, destinati a risorgere. «Il rogo che ha rubato la loro vita terrena - ha concluso Dianin - non ha potuto rubare loro la vita eterna».
 

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