Matrimonio in Comune, lo sposo è clandestino: i vigili bloccano le nozze

Venerdì 8 Marzo 2024 di Leonardo Sernagiotto
Un matrimonio

RESANA - «Questo matrimonio non s'ha da fare». Non siamo lungo "quel ramo del lago di Como" del XVII secolo, ma più prosaicamente nella Resana del 2024. E a impedire le nozze, non sono due bravi di manzoniana memoria, bensì il sindaco Stefano Bosa e il comandante della polizia locale dell'Unione di comuni Marca occidentale, Davide Bertoncello. Nelle ultime settimane, infatti, in comune erano state richieste le pubblicazioni di matrimonio tra una donna italiana di circa quarant'anni e un giovane uomo (classe 1993), cittadino marocchino. A destare sospetto era la posizione di quest'ultimo: pur in possesso di passaporto, non aveva titoli (visto o permesso di soggiorno) per risiedere in Italia. Era dunque a tutti gli effetti un irregolare, un clandestino.

L'ITER
Il sindaco, informato dall'ufficio demografico, aveva perciò allertato il comandante Bertoncello. Si è messa dunque in moto un'azione congiunta e sinergica, che ha visto l'intervento anche di carabinieri e questura. Il sospetto è infatti che le nozze fossero un escamotage per regolarizzare la presenza del giovane marocchino in Italia. Per la donna, residente a Resana da qualche mese per questioni di lavoro, sarebbe stato infatti il terzo matrimonio, mentre si è scoperto che l'uomo era presente in Italia da più di due anni e mezzo, girando soprattutto tra le città del Veneto (Verona, Padova, Bassano del Grappa).

Aveva inoltre rinnovato il passaporto presso il consolato di Verona, che aveva rilasciato anche il nulla osta per contrarre il matrimonio, esibito successivamente all'anagrafe di Resana. Essendo senza documenti, il giovane non aveva lavoro, benché lo stesso abbia dichiarato di effettuare dei lavori in agricoltura, come raccogliere asparagi e radicchio. Il fermo dell'uomo è avvenuto martedì, in circostanze decisamente insolite, ed è lo stesso comandante Bertoncello a descriverle: «Convocati quattro giorni prima delle nozze per un ultimo appuntamento in comune, per concludere le pratiche burocratiche, i novelli sposi hanno trovato me in borghese, anziché l'ufficiale di anagrafe».

L'INTERVENTO
Grazie al supporto dei carabinieri per il fotosegnalamento e la questura per le procedure d'espatrio, il cittadino marocchino è stato trasferito al centro per il rimpatrio (Cpr) di Gradisca d'Isonzo (Gorizia). Dichiara Bosa: «Come sindaco e presidente dell'Unione, ringrazio il comandante Bertoncello per il suo intervento, non certo semplice e che non fanno in tantissimi. Riguardo il matrimonio, le regole devono essere uguali per tutti e vanno rispettate. Non si può pensare di cambiare status in Italia con questi metodi. Se invece è amore vero, prima o poi si sposeranno».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci