Bambola fatta a pezzi al Centro Due Mulini. I volontari: «Donata per i bimbi del parco, gesto inqualificabile»

Giovedì 28 Marzo 2024 di Leonardo Sernagiotto
La bambola distrutta dai vandali

CASTELFRANCO (TREVISO) – Ieri mattina, i volontari del Centro Due Mulini di via Marsala hanno scoperto l’ennesima brutta sorpresa: una bambola, parte dei giochi messi a disposizione di tutti i bambini, era stata fatta letteralmente a pezzi. «Si tratta di una bambola che ci era stata donata perché venisse utilizzata dai bambini che frequentano il parco, come gli altri giocattoli posti sotto il portico. Non so come qualificare la cosa, onestamente».
RIPETUTI VANDALISMI
A commentare l’evento è Silvio Guerra, volontario del Centro e membro della segreteria, che ricorda come quella bambola fosse già stata oggetto di vandalismo. L’esecrabile episodio riporta nuovamente l’attenzione sui ripetuti danneggiamenti che il centro ha subito nel corso degli anni e che variano dall’abbandono di rifiuti al danneggiamento delle giostrine (emblematico il caso di quella con il pallone appeso, rotto almeno 15 volte), fino ad azioni di vero e proprio sfregio, come il ritrovamento di escrementi umani a lato di una giostra. «Sono episodi che creano frustrazione -continua- Ma quello che più ci far star male è pensare che questi danni potrebbero ferire gli altri utenti del parco: se una bottiglia rotta viene lasciata all'interno di una giostrina e noi non ce ne accorgiamo subito, il primo ragazzino che la usa può farsi male». Una soluzione potrebbe essere l’installazione di un impianto di videosorveglianza o, in alternativa, dato che spesso questi vandalismi accadono di notte, di un faretto con fotocellula, che si accende con il movimento e che possa fungere da deterrente per i malintenzionati. Guerra ricorda inoltre come l'edificio all'interno del parco sia dotato di allarme, mentre l'area esterna è comunale. L’orizzonte si allarga poi a capire chi possano essere i responsabili, sebbene l’ipotesi più probabile è che si tratti di adolescenti che agiscono seguendo dinamiche di gruppo.
DISAGIO SOCIALE
Vi è poi una componente di disagio familiare, prima ancora che sociale. «Se hai 15-16 anni e sei fuori di notte, vuol dire che alle spalle non hai una famiglia che ti sorveglia. D'estate ci sono ragazzi, anche di 12-13 anni, che arrivano alle 14 e se ne vanno alle 21 solo perché chiudiamo il cancello: se in tutto quest'arco di tempo non c'è nessuno che si preoccupa per loro, siamo di fronte a situazioni un po' particolari». Guerra guarda comunque al futuro con ottimismo. «In passato abbiamo cercato di coinvolgere alcuni di questi ragazzi nelle nostre attività e di responsabilizzarli. Adesso comunque sembrano emergere nuove generazioni, anche grazie alle scuole, nelle quali sembra essersi risvegliato l’interesse verso la disabilità e l’inclusività.

Un paio di istituti sono venuti qui con alcune classi. Secondo me la scuola è la sede giusta: in assenza della famiglia, almeno la scuola dovrebbe essere promotrice di questa sensibilità».

Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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