Terremoto in Friuli, i controlli agli edifici. Sapete perché si chiama Orcolat? Quella leggenda che viene dalle montagne

Giovedì 28 Marzo 2024 di Giulia Soligon
Terremoto in Friuli, i controlli agli edifici. Sapete perché si chiama Orcolat? Quella leggenda che viene dalle montagne

PORDENONE - Tanto spavento, la paura dell'Orcolat che torna a materializzarsi nei paesi del Friuli, ma per fortuna stavolta nessuna ripercussione su persone ed edifici. A confermarlo è anche Riccardo Riccardi, assessore regionale alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia dopo l'incontro di questa mattina con sindaci delle zone interessate dal sisma. Ieri sera, mercoledì 27 marzo, due scosse hanno fatto tremare la terra in Friuli Venezia Giulia. Una terza, di assestamento, nel cuore della notte.

Quando la terra ha tremato

I centralini dei Vigili del fuoco squillano per la prima volta alle 22.19 quando una scossa forte di magnitudo 4.1 gradi della scala Richter scuote le province di Udine e Pordenone. La Sala Sismica dell'Istituto nazionale geofisica e vulcanologia localizza l'epicentro a cinque chilometri Sud Ovest da Socchieve (Ud) a una profondità di 10 chilometri. Siamo circa 46 km circa a nord di Pordenone e 47 km a nord-ovest di Udine. Tra le citta con più di 50.000 abitanti più vicine all'epicentro, si segnala anche Treviso a oltre 80 km di distanza. L'eco della scossa è avvertita in tutto il Friuli Venezia Giulia, toccando anche il vicino Veneto, il Trentino Alto Adige e l'Austria. Sei minuti dopo, una seconda scossa, profonda 9 chilometri e di magnitudo 2.3. Sono le 22.45 e l'epicentro questa volta è cinque chilometri a Nord Est di Tramonti di Sopra (Pn). È passata la mezzanotte. Alle 3.36 una terza scossa, cosiddetta di assestamento.

L'epicentro è sempre cinque chilometri a nord da Tramonti di Sopra, magnitudo 2.7 della scala Richter, con una profondità di 11 chilometri. Dopo quest'ultima scossa la Sala Sismica dell'Ingv non ha registrato altri movimenti tellurici.

Edifici rischio crollo, il sopralluogo

«Abbiamo gia verificato che non ci sono feriti. E tuttora in corso invece la valutazione dei danni alle strutture e alle infrastrutture. Al momento non abbiamo rilevato situazioni importanti» così Riccardi all'incontro con i sindaci delle zone più interessate. Stilato già il programma della giornata che prevede sopralluoghi per controllari eventuali danni e criticità. «Una squadra di tecnici della Protezione civile sta effettuando un'attenta e puntuale ricognizione sui territori interessati dal terremoto. In caso di necessita - sottolinea Riccardi - ci ritroveremo nel pomeriggio per capire quali potrebbero essere gli interventi da realizzare con urgenza».L'attenzione dunque resta massima, soprattutto verso gli edifici vetusti e abbandonati, che potrebbero aver subito problemi o essere a rischio crollo, considerata la precarietà in cui versano. Si teme inoltre che possano essersi verificati problemi ai tetti, alle tegole ad esempio, o ad altre parti e che possano essere per questo pericolosi per la popolazione. Tuttavia al momento i Vigili del fuoco dei due Comandi provinciali interessati non hanno registrato alcuna richiesta di intervento, ma resta l'allerta per eventuali sopralluoghi su segnalazioni. «I sindaci, nel confermare che si e trattato di un evento che ha destato molta preoccupazione e paura nella cittadinanza, hanno manifestato gratitudine - conclude l'assessore - per la vicinanza dimostrata immediatamente dalla Regione».

Il Friuli trema: tre scosse

Notte insonne in Friuli. È l'incubo dell'orcaccio, quando il 6 maggio del 1976 alle 21 una scossa di magnitudo 6.4 durata un minuto infinito distrugge un'ampia parte del Friuli collinare. Mille morti, 3mila feriti tra le province di Udine e Pordenone. Mercoledì 27 marzo, in Friuli è una sera come tante, la pioggia ha cessato lo scroscio. In molti sono a casa, chi attaccato al televisore, chi, vinto dal sonno, già a letto, chi altro invece è ancora al lavoro. Nulla fa presagire l'arrivo di qualcosa più grande. Eppure basta un minuto a far sorgere la paura negli occhi di chi quel mostro l'ha vissuto. Alle 22.19 la prima scossa scossa, preceduta da un boato, ed è subito chiaro cosa sta succedendo. Ma non la portata. Pochi minuti dopo, alle 22.45 la terra si muove ancora. La casa trema. Gli oggetti cadono. Se a Tramonti, più vicini all'epicentro, le persone abbandonano le abitazioni e si riversano in strada, a Pordenone e dintorni l'allarme è una catena social di chi l'ha avvertito. Il movimento dal profondo si assesta solo nel cuore della notte, poco dopo le tre e mezza.

Cosa è l'Orcolat

In Friuli il movimento tellurico ha un nome e una voce che viene dal profondo. Si chiama Orcolat. Il suono onomatopeico della parola ci porta già a qualcosa di cupo e profondo. L'Orcolat, o "orcaccio", un essere mostruoso, che la tradizione popolare friulana ha indicato come causa e origini dei terremoti. Come tramandato dai racconti, la figura vivrebbe rinchiusa tra le montagne della Carnia e ogni suo movimento brusco provocherebbe un terremoto. Così accadde nel 1976, quando in un minuto l'Orcolat scatenò la tragedia.

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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