Mauro Corona, quell'incontro di mezzo secolo fa con l'imprenditore di Sacile che lo scoprì

Venerdì 1 Marzo 2024
Mauro Corona

SACILE (PORDENONE) - C'è un filo artistico che lega Mauro Corona a Sacile, una storia che risale a mezzo secolo fa e che pochi conoscono. Una vicenda che secondo un noto sacilese contribuì in maniera determinante a far conoscere il Corona scultore del legno, tanto da aver deciso di scrivere a Bianca Berlinguer e alla sua trasmissione Carta Bianca, dove Corona è ospite fisso, sperando che il programma televisivo diventi un buon palcoscenico anche per la città in riva alla Livenza.


Nel 1974, un noto imprenditore sacilese del settore forestale, Renato Gaiotti, passeggiando per le vie di Erto notò delle statuette esposte sul davanzale di una finestra. Incuriosito, bussò alla porta dell'abitazione e conobbe così un giovanissimo Mauro Corona che, smessi i panni di scalpellino alla cava di Monte Buscada, aveva deciso di dedicarsi alla sua prima passione: la lavorazione artistica del legno. Gaiotti rimase particolarmente colpito dalle capacità del giovane artista e dopo qualche tempo tornò ad Erto per offrirgli di realizzare un'intera Via Crucis. L'imprenditore voleva donare le stazioni realizzate in legno alla parrocchia di San Giovanni del Tempio e così facendo di fatto divenne lo scopritore del Corona scultore.

Le 14 formelle in legno sono ancora conservate in quella chiesa, intagliate nel prezioso cirmolo, il legno del pino cembro che cresce sulle Dolomiti.


Il sacilese che ha ricostruito la storia è Gianfranco Zuzzi che ricorda: «Ai tempi Corona tirava avanti come boscaiolo e con altri piccoli lavoretti. La commessa assegnatagli dal sacilese Gaiotti rappresentò l'occasione di emergere come scultore e aprirsi a tutt'altra carriera». Tanti anni dopo, divenuto anche scrittore di successo, l'artista ertano volle ricordare quel legame sacilese nel suo libro "Il passo del vento". Ancora Zuzzi: «Una testimonianza d'intensità, interiorità e sensibilità con cui l'allora 25enne Mauro Corona realizzò ogni particolare di quella Via Crucis».


L'artista ertano ereditò la passione per l'intaglio del legno dal nonno paterno Felice che gli insegnò a creare piccoli utensili, come mestoli, forchette o cucchiai «che Corona arricchiva con piccole figure umane o animali - ricorda Zuzzi -. Furono poi gli insegnamenti del grande artista di Falcade Augusto Murer a farlo maturare». La realizzazione lignea acquistata dall'imprenditore sacilese fu i presentata l'anno dopo la commessa, a giugno del '75, in occasione della Festa del Patrono della parrocchia e le 14 tavole sono ancora oggi visibili nella chiesa di San Giovanni del Tempio.


D.D.M.

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 14:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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