Riccardo Tosetto, skipper padovano: «Il mio giro del mondo in barca a vela accompagnato da due balene»

Si è classificato quarto alla Global Solo Challenge ed è il sesto italiano a fare questa impresa

Lunedì 1 Aprile 2024 di Michelangelo Cecchetto
Riccardo Tosetto, skipper di Cittadella

PADOVA - Alle 9,04 di ieri dopo aver navigato intorno al mondo senza sosta per 153 giorni, percorrendo più di 28mila miglia nautiche a bordo della sua imbarcazione Obportus, lo skipper trentacinquenne Riccardo Tosetto, residente a Cittadella (Padova), ha fatto rientro alla Marina Coruña, in Spagna, da dov'era partito il 29 ottobre scorso.

Il suo nome ora è scritto nella storia della vela: sesto italiano ad aver terminato il giro del mondo senza scalo in solitaria. Emozione enorme per lui, come pure per la famiglia e vari amici giunti dall'Italia, mentre molti altri erano collegati ancora una volta in diretta, come avvenuto più volte in questi mesi anche con incontri pubblici.

LE PRIME PAROLE
«La sensazione che provo nell'appoggiare i piedi a terra, dopo cinque mesi in barca, è di leggerezza - le prime parole non appena sceso sul molo -. Questa traversata è stata una sfida che mi ha messo alla prova in modi che non avrei mai immaginato. Il momento più emozionante è stato sicuramente il passaggio di Capo Horn, con il cambio di rotta vicino al faro e le foto scattate dal guardiano del faro stesso, rendendo il passaggio incredibile. I momenti più difficili sono stati la partenza in un mare molto agitato, i giorni prima di Capo Horn con una perturbazione intensa, le Falkland con venti molto forti e la perdita del pilota a tre giorni dall'arrivo, che ha richiesto un duro lavoro per ripararlo. Se dovessi usare tre parole per descrivere questa esperienza, sarebbero: lunga, a volte estenuante, ma bellissima».

LA SFIDA
Riccardo Tosetto si posiziona così al quarto posto nella classifica della Global Solo Challenge, una delle regate oceaniche più impegnative al mondo, e secondo italiano dopo Andrea Mura. Questa sfida è caratterizzata da una circumnavigazione del globo in solitaria senza scalo, caratterizzata da un formato unico, un budget ridotto e una speciale attenzione all'ambiente. Il traguardo raggiunto da Tosetto costituisce un'impresa straordinaria, con meno di 200 persone al mondo ad aver conseguito tale risultato. Durante la traversata ha affrontato condizioni meteorologiche estreme e momenti unici, dai 25 giorni trascorsi sotto i 12 gradi senza accendere il riscaldamento per poter risparmiare gasolio in caso di emergenze, alla navigazione in prossimità del Point Nemo, e superando i tre grandi Capi: Capo di Buona Speranza (Sudafrica), Capo Leeuwin (Australia) e Capo Horn (Cile).

IL TEAM
Una vittoria personale, ma anche di squadra, come ha più volte ricordato Tosetto, appassionato di vela dai quattordici anni, una passione poi diventata la sua professione grazie ad un grande maestro, lo skipper cittadellese Angelo Prenden.
Due anni di preparazione molto intensa per la challenge, collaborazione di esperti e supporto di imprenditori che pur in un altro ambito, hanno la stessa sua tenacia: i Milani, World Appeal, Cimolai Technology, Elettrodue, Melarossa, Essegi, Eberspächer, Asp System, Apb Consulting, Alimentipack, Ydra Marine e Detexo.

EMOZIONI SULLA PELLE
«Il culmine dell'avventura è stato senza dubbio il passaggio di Capo Horn, uno dei grandi capi più temuti e rispettati dai navigatori di tutto il mondo - continua Tosetto -. Ho dovuto affrontare nel corso della regata l'avaria ai piloti automatici di Obportus, dovendo rallentare e mettere mano alla cassetta degli attrezzi. I piloti automatici sono meccanismi delicati che permettono alla barca di rimare in rotta e ben allineata al vento, senza dover tenere sempre il timone in mano. Un mal funzionamento di questi significa non aver il tempo di dormire, mangiare o issare le vele». Altro ricordo particolare e fino ad ora unico della lunga navigazione: «Nel cuore della notte, alle 3, mi sono svegliato per un rumore nuovo, mai sentito prima. La luna ha illuminato la sagoma di una balena che era a pochi metri da me. Poi ecco una seconda dalle dimensioni più grandi della barca. Ho rallentato per staccarle, ma loro hanno fatto lo stesso, mi hanno seguito come incuriosite da questo strano oggetto galleggiante. L'inquietudine si è trasformata allora in una emozione incredibile. Sono creature magnifiche: salgono, sbuffano e si immergono ancora restando pochi centimetri sott'acqua».
Per Tosetto ora il meritato riposo. Dedicherà tempo a fidanzata, famiglia ed amici. Sicuramente ci saranno incontri pubblici nei quali raccontare la singolare esperienza e tornerà al timone della sua "Blue Drake" e con la sua Ventomare insegnare la vela d'altura o far vivere l'emozione di una vacanza in barca a vela.
 

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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