Lupi troppo aggressivi con le pecore, ora si possono sparare pallottole di gomma

Sabato 29 Luglio 2023 di Olivia Bonetti
Alcuni lupi in provincia di Belluno potrebbero essere allontanati a colpi di pallini di gomma

BELLUNO - Se in Trentino c’è il via libera all’abbattimento di due lupi, nel Bellunese si sparano pallottole di gomma. In due territori della zona dolomitica, la Valbelluna e l’Alpago, si è partiti da qualche giorno, infatti, con il piano di dissuasione predisposto dalla Regione Veneto, autorizzato da Ispra e messo in campo dalla polizia provinciale. In realtà ancora non si è ancora arrivati alla “fucilata” di pallini, nonostante i tanti controlli degli agenti, usciti armati. Il piano, infatti, prevede diversi gradi di azioni di disturbo che iniziano con segnali luminosi e acustici fino allo sparo. Al momento viene attuato solo in due zone delimitate della provincia, Val Belluna e Alpago, solo contro esemplari definiti “confidenti”, ovvero che si avvicinano al bestiame nonostante reti o nonostante la presenza i pastori o cani da guardia.

Il metodo delle pallottole di gomma venne attuato per la prima volta quasi due anni fa sul Grappa, nel Vicentino. È considerato risolutivo dagli studiosi e addetti ai lavori: in quel caso, infatti, l’esemplare di lupo era dotato di radiocollare Gps, che ha permesso di comprendere come dopo gli spari sia sparito dalla zona per sempre.

L’EMERGENZA

Ma i tempi sono stretti. I dati della Provincia di Belluno segnalano da inizio anno ad oggi 51 predazioni da lupo: una media di una ogni 4 giorni. Ma in queste settimane d’estate si viaggia con attacchi quasi quotidiani e si alza forte il grido degli allevatori colpiti. Non sono quasi più hobbisti, ormai: la maggior parte si è arresa al lupo. Hanno venduto pecore e asini e hanno lasciato il mestiere che conciliava la passione per gli animali e la tenuta in ordine del territorio, soprattutto nelle zone più alte. Ora a rischio sono gli allevatori di professione. E anche coloro che tengono in vita la razza della pecora d’Alpago: una specie in via di estinzione proprio a causa del grande predatore. «Dal 2018 ad oggi abbiamo avuto più di 650 predazioni su una comunità di 3mila pecore: se continuiamo con questi numeri tra un paio di anni non ne avremo più», spiega Zaccaria Tona, presidente di Fardjma, la cooperativa che riunisce la maggior parte degli allevatori della pecora alpagota. Poi i pastori che prendono in affitto i pascoli: dopo 4 predazioni da giugno a oggi Daniele Moling, la cui azienda agricola è da trent’anni che prende in affitto i prati, dalla Magnifica Regola di Selva di Cadore, sta seriamente pensando di andarsene.

LE MISURE

La speranza di tutti è che le “fucilate di gomma” siano risolutive, come per il Grappa. La polizia provinciale bellunese è uscita svariate volte nelle zone del protocollo intensificando i controlli. Ha messo in atto misure di dissuasione, ma ancora non ha mai sparato, non essendosi mai presentata l’occasione o la necessità. Ma quella misura ad esempio non potrebbe essere attuata nei pascoli del pastore Moling, a Selva di Cadore, zona che non rientra in quelle “a rischio”. Da qui le parole del presidente della provincia di Belluno, Roberto Padrin: «La Provincia sta valutando di chiedere alla Regione Veneto di allargare il territorio del protocollo di dissuasione a tutto al territorio provinciale». Nel Bellunese sono stati contati 18 branchi di lupi per un totale di 80-120 esemplari, con i primi stanziali immortalati dalle fototrappole nel 2017. Il predatore è diventato una presenza stanziale anche all’interno dei confini del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, la riserva che occupa un decimo del territorio provinciale. Sempre più spessi si spingono nelle zone abitate e negli anni ci sono stati anche investimenti di lupo sulle strade.

Ultimo aggiornamento: 15:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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