«Quattro attacchi del lupo: così ci arrendiamo», dopo 30 anni l'allevatore della Val Badia pensa di non tornare più

Venerdì 28 Luglio 2023 di Raffaella Gabrieli
Lupo

SELVA DI CADORE (BELLUNO) - Quattro episodi di predazione da lupo in nemmeno due mesi. «La tristezza, in prima battuta, è per gli animali. Povere bestie indifese sbranate dalla forza e dalla voracità del lupo. Ma poi, a mente fredda, l'amarezza si rivolge ad altro: al comprendere quegli allevatori che hanno voglia di gettare la spugna. Che senso ha investire, lavorare e diventare matti per un'attività dura all'inverosimile che può essere minata così, in poco tempo, dal passaggio di quest'animale selvatico che si sta diffondendo sempre più?». È avvilito lo sfogo di Renzo Nicolai, presidente della Magnifica Regola di Selva e Pescul, all'indomani dell'ennesimo attacco. «Mi appello, con forza, a chi di dovere - sottolinea -: non permettete che gli allevatori si arrendano e abbandonino il territorio.

Sarebbe una sconfitta per l'ambiente e per tutti noi che viviamo la montagna».


LA VICENDA
Da giugno a oggi, in Val Fiorentina, il lupo ha ammazzato quattro vitelle. «Erano bestiole nate da poco, indifese, certo incapaci di correre e scappare alle sue grinfie - spiega Nicolai -. Ma dopo il dolore iniziale per questi animali, l'avvilimento corre nei confronti degli allevatori. In questo caso per il nostro fidato pastore della Val Badia Daniele Moling che da 30 anni ormai prende in affitto da noi, come Regola, la zona del Mont da Fen. Un'area vasta che corre attorno al rifugio Aquileia, al monte Pelmo, alla Croda da Lago e al sito di Mondeval e che un tempo consentiva a decine e decine di capi di pascolare tranquille. Oggi, purtroppo, le cose sono cambiate: quattro vitelle uccise da inizio stagione. Numeri che iniziano a essere pesanti e infatti l'allevatore ci ha detto che ora ridurrà i capi presenti a Selva mentre per l'anno prossimo ha proprio messo in discussione il contratto».


IL LAVORO
«Stiamo parlando di una persona che con i suoi animali e collaboratori rappresenta una presenza fondamentale per la pulizia, la sicurezza e la tutela del territorio di Selva di Cadore», evidenza Nicolai. E prosegue: «La politica e gli attori principali del settore devono capire che figure come queste non sono in coda alla porta. Persa una, si perde tutto. Perché, allora, non ripensare la gestione del lupo? Con tutto il rispetto per ogni animale penso però che questa specie stia iniziando a fare danni irreparabili: se non avremo più l'allevatore di turno che porta al pascolo il proprio bestiame, per paura di uccisione, saremo destinati ad avere estese aree incolte. A discapito della pulizia dell'ambiente e anche, al contempo, dell'attrattività turistica delle aree in questione. Questo è un problema serio ed è gran ora che chi di dovere prenda in mano la situazione una volta per tutte».

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 15:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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