Ambra Angiolini: «Sono nata bulimica, mi riempivo la pancia di cibo. Mia figlia è stata la mia nuova vita»

L'attrice e conduttrice: «Nessuno può calpestare la mia vita. Bellissimo l'ultimo saluto con Gianni Boncompagni»

Venerdì 2 Febbraio 2024
Ambra Angiolini: «Sono nata bulimica, mi riempivo la pancia di cibo. Mia figlia è stata la mia nuova vita»

Ambra Angiolini è una donna fatta e finita.

Con le sue sofferenze, ancora i suoi punti deboli. Ma questo non significa non riuscire a convivere con i giudizi altrui o farsi sottomettere. No. «Con i giudizi ci convivo da sempre, ma mi rifiuto di diventare il bidone dell’indifferenziata delle frustrazioni altrui e metto dei confini: non permetto a nessuno di calpestare il mio giardinetto e di lasciarvi degli escrementi». Parole chiare quelle che l'attrice pronuncia al Corriere della Sera. Parole che nascono da uno spettacolo forte. Un personaggio che Ambra incarna alla perfezione.

Ambra e la bulimia, la storia

 

Parliamo di una storia risalente al 1965. Di Franca Viola, la ragazza di Alcamo che con tanto coraggio rifiutò un matrimonio riparatore e disse di no non solo al suo ex fidanzato, che la rapì e la violentò, ma a tutto un sistema di rapporti basato sulla sopraffazione del maschio sulla femmina. 

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A differenza di Franca, Ambra è cresciuta a Palmarola, un quartiere alla periferia di Roma, in un ambiente sereno: «Quel quartiere mi resta nel cuore. Nel palazzo dove abitavo con la mia famiglia, non ero mai sola. Una comunità ricca di umanità, dove si sapeva tutto di tutti, ma non erano pettegolezzi, solo voglia di essere solidali, una famiglia allargata».

Un ambiente sereno, una bella famiglia ma a 15 anni Ambra è diventata bulimica. Perché? Al Corsera dice che «non c’è un perché. Sono nata bulimica, forse una predisposizione genetica. Mi riempivo la pancia di cibo, finché l’amore mi è entrato in pancia, che si è riempita di senso e ne è uscita la mia prima figlia Jolanda: io ho partorito lei e lei ha partorito una nuova me... abbiamo in teoria la stessa età».

 

Tutto è cominciato con il successo con "Non è la Rai" con Boncompagni «Gianni mi ha regalato una lente per guardare il mondo in un modo diverso. L’ultima volta che l’ho visto, fu a una cena insieme, poco prima della sua scomparsa: quella sera mi dichiarò tutta la sua stima, il suo rispetto, il suo orgoglio per avermi formato. E poi mi disse: non perdere la tua professionalità, pur di fare, fare, fare... Fu un saluto bellissimo».

Ambra Angiolini continua a sognare. E ne ha uno grande ancora da realizzare: «Un anno fa ho aperto tutti i cassetti: i sogni che erano dentro stavano ammuffendo... Ora ho la sensazione di stare nel sogno realizzato, il teatro, la forma espressiva che amo di più: è un contesto che fa poco rumore e continuo a sceglierlo pur essendo una faticaccia fare le tournée. Ma quando, mentre recito in palcoscenico, non vedo cellulari accesi in platea, vuol dire che per il pubblico sono più interessante, che ho vinto sui social o sulla chat del momento... e, a fine spettacolo, vado a casa contenta».

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