Mattia morto cadendo dal lucernario: papà da 2 anni, rinunciava a bici e montagna solo per amore della compagna e del figlio

Sabato 6 Aprile 2024 di Luisa Giantin
Mattia morto cadendo dal lucernario: papà da 2 anni, rinunciava a bici e montagna solo per amore della compagna e del figlio

MIRA - Mattia Dittadi e le sue grandi passioni per la bicicletta e la montagna, alle quali rinunciava solo per amore della compagna Elena e del figlioletto di appena 2 anni.

La notizia della terribile tragedia che ha colpito la famiglia Dittadi è giunta come un fulmine al ciel sereno a Oriago, dove abitava sia il quarantacinquenne con la compagna e il figlioletto che, a poca distanza, anche i genitori Danilo e Adriana conosciuti a Mira per aver gestito per molti anni un'attività commerciale legata al pesce . «Elena è sconvolta raccontano gli amici. - É una coppia molto bella, si conoscono da anni, ma sono anche piuttosto riservati. Finalmente erano riusciti a coronare il loro sogno, l'arrivo del figlioletto tanto desiderato e di andare ad abitare in una casa loro, vicino a quella dei genitori».

Addio Mattia

Una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, il forte legame con i genitori, il fratello e i suoceri, ma soprattutto un'attenzione e una scrupolosità in tutto ciò che faceva. «Mattia aveva una grande passione per la bicicletta, ironicamente avevano soprannominato il nostro gruppo "Coppa Cobran" in ricordo del film di Fantozzi racconta un amico. Eravamo un bel gruppo, numeroso e andavamo ovunque, soprattutto in montagna. Amava tanto anche le passeggiate sempre in montagna con la famiglia. Poi negli ultimi tempi aveva ridotto le uscite, voleva seguire con attenzione insieme a Elena la ristrutturazione della casa che aveva acquistato vicino ai genitori e poi con l'arrivo del figlioletto preferiva stare con lui. Anche il lavoro lo impegnava molto ma era il suo carattere, sempre attento e preciso in ogni cosa. Un bravo ragazzo». Mattia dopo aver conseguito il diploma all'Istituto tecnico nautico "Sebastiano Venier" di Venezia era stato assunto alla Manutencoop, oggi Rekeep Spa, e lì aveva fatto progressivamente carriera fino a diventare responsabile dei Servizi Energetici e di Manutenzione dell'Area Nord Est per la società. Un ruolo che lo impegnava molti, ricordano gli amici, ma che lui amava fare. «Era un ragazzo di altri tempi racconta un altro amico Serio, sempre attento e coscienzioso. Siamo rimasti sconvolti da quanto è accaduto. Ancora non riusciamo a crederci». Mentre la famiglia si è chiusa in un silenzioso riserbo in tanti in queste ore hanno espresso la propria solidarietà ai genitori e alla compagna del 45enne di Oriago. Tra questi anche il sindaco Marco Dori. «Una grande tragedia e una notizia tremenda ha affermato il primo cittadino. Pur essendo anch'io di Oriago non conoscevo Mattia personalmente ma a nome mio, dell'amministrazione e della Città esprimo cordoglio ai familiari e ai colleghi di questo nostro giovane concittadino». La tragica morte di Dittadi ha riaperto a Oriago un'altra ferita, quella di un'altra giovane vittima del lavoro. Andrea Dalan, operaio di 40 anni, oriaghese, nel gennaio del 2017 perse la vita mentre lavorava all'interno della ditta Autodemolizione Vivian a Mirano e gli amici ancora lo ricordano ogni anno, avendogli dedicato un parco e diverse iniziative benefiche.

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 16:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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