ROVIGO - Nel 2022 sono aumentati i soci donatori, saliti a 10.595 con 588 nuovi iscritti, ma le donazioni di sangue in Polesine sono leggermente diminuite: sono state 14.538 (12.759 di sangue intero e 1.779 plasmaferesi) e hanno garantito l'autosufficienza e il completo sostegno all'operatività dei tre presidi ospedalieri territoriali e ai centri trapianto veneti, e in aggiunta il rispetto dell'invio di sacche in Sardegna come da programmazione regionale.
Sono questi i principali risultati esposti alla 59. assemblea dell'Avis provinciale, che insieme alla relazione della presidente Barbara Garbellini ha approvato all'unanimità anche e i bilanci consuntivo e previsionale, e che ha nominato i delegati polesani all'assemblea veneta il 15 aprile a Mestre e all'assemblea nazionale a Bellaria-Igea Marina.
I PROGRAMMI
Garbellini, dopo un anno impegnativo per gli adempimenti richiesti dalle evoluzioni normative nel Terzo settore, ha invitato a guardare avanti con fiducia e a pensare alle progettualità per garantire la capillarità di Avis e del messaggio del dono di sangue e plasma. Per diffondere la cultura del dono sono stati svolti progetti e iniziative promozionali nelle scuole, grazie al supporto di Sandra Trambaioli nelle primarie, di Francesco Chiavilli e Franca Gavioli alle superiori, con il coordinamento del consigliere provinciale Fabio Muraro. Con la sede di Rovigo del Dipartimento di Giurisprudenza dell'università di Ferrara è stata avviata una collaborazione che coinvolge una ventina di studenti nel progetto di ricerca "Il sistema europeo di gestione del sangue: profili giuridici". Garbellini ha evidenziato anche il perdurare del mancato ritorno alla piena funzionalità del Centro trasfusionale di Trecenta: così, per contribuire a rispondere ai disagi dei donatori, sono state implementate e avviate convenzioni con le Avis di Verona, Ferrara e Mantova.
L'Avis provinciale, di concerto con il Dipartimento di Medicina trasfusionale dell'Ulss 5 polesana, conferma il massimo impegno per gestire al meglio l'Ufficio unico di chiamata donatori, per avvicinare i giovani alla donazione e proseguire l'attività formativa di dirigenti, collaboratori e volontari. Si pensa anche a riattivare i volontari nel servizio di accoglienza ai centri trasfusionali, e continueranno i progetti per consolidare le collaborazioni con le associazioni del dono, le amministrazioni e gli enti pubblici.