L'attivista del Tiglio Verde sulle scritte contro Ciriani: «Non siamo stati noi, ma hanno fatto bene. Se l’è cercata»

Luigina Perosa senza freni: "Il sindaco ha calato dall'alto un progetto non gradito dai cittadini. Doveva aspettarselo"

Domenica 17 Marzo 2024
L'attivista del Tiglio Verde sulle scritte contro Ciriani: «Non siamo stati noi, ma hanno fatto bene. Se l’è cercata»

PORDENONE - La sua posizione forse era già chiara dando un’occhiata al profilo Facebook. È diventata cristallina e senza più alcun dubbio a riguardo pochi minuti dopo. Luigina Perosa, una delle attiviste simbolo della lotta contro il taglio degli alberi all’ex Fiera di Pordenone, ha scelto di non indossare una maschera. Ed è andata dritta: «Le scritte? Hanno fatto bene, Ciriani se l’è cercata». Letterale. 
D’altronde la sua esternazione sui social lasciava poco spazio a qualsiasi dubbio di sorta: «Eh beh, certi muri se le cercano proprio certe scritte», aveva detto l’attivista abbinando una delle frasi contro Ciriani comparse sulle barriere a protezione del cantiere dell’ex Fiera. 
Mette le mani avanti, ma chiude in un modo non così diverso il Tiglio Verde, gruppo noto anch’esso per la battaglia contro l’abbattimento delle piante: «Non siamo stati noi - è la posizione -.

Il Tiglio Verde ha sempre mantenuto un atteggiamento corretto e rispettoso e se qualcuno, tra migliaia di cittadini pordenonesi, vuole agire per proprio conto e esprimere a suo modo la propria contrarietà non saremo certo noi ad impedirlo. È ovvio che daranno la colpa a noi per strumentalizzare la questione. Ma è chiaro che quel muro bianco e vuoto si presta ad essere riempito. Il sindaco ha calato dall'alto un progetto non gradito dai cittadini e il fatto di subire la strumentalizzazione della controparte deve essere messa in conto». Poi il finale: «Doveva aspettarselo». 

Candidatura alle Europee e taglio dei tigli, scritte sui muri contro Ciriani. Le reazioni politiche


LA RIUNIONE
Intanto ieri sera al Sacro Cuore di Pordenone è andata in scena un’altra riunione-fiume tra gli attivisti contrari al progetto di riqualificazione dell’ex Fiera. All’ordine del giorno una sola questione: continuare o meno la partita legale che in questo momento è ferma al Consiglio di Stato. Un vertice a porte chiuse e non aperto alla stampa. A convivere, due anime del gruppo variegato che in questi mesi si è battuto per salvare i tigli dell’ex Fiera: da un lato chi ha proposto di proseguire il percorso in attesa dell’udienza collegiale in calendario il 21 marzo; dall’altro chi invece ha sostenuto la necessità di fermarsi, soprattutto a fronte di quello che viene percepito dai contrari come un danno ormai provocato, dal momento che i tigli sono già andati tutti a terra. 
Il lavoro è finito. Almeno quello più contestato. Poco dopo mezzogiorno di venerdì, infatti, è terminata l’operazione di abbattimento dei tigli dell’ex Fiera di Pordenone. Gli ultimi sfalci e la rimozione del materiale, con i quattro tigli “salvati” che sono ancora in piedi. Ora si può passare alla fase due. Pochi minuti dopo, da Roma, ecco il responso del Consiglio di Stato in merito alla richiesta di sospensiva urgente dei lavori. Una situazione che i fatti avevano preceduto, perché con gli alberi già in pezzi non c’era più nulla da sospendere. E infatti è andata così. 
Il gruppo dei ricorrenti, rappresentato dagli avvocati Rosanna Rovere e Veronica Dini, aveva proposto un’istanza di misura cautelare monocratica. In breve, una richiesta urgente di sospensiva dei lavori. Istanza bocciata proprio dopo che gli alberi sono stati tagliati e i resti rimossi dall’area protetta dell’ex Fiera di Pordenone. 

Ultimo aggiornamento: 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci