Lavoro, la Savio è ad alto rischio occupazionale: «Siamo preoccupati»

Venerdì 26 Aprile 2024 di Loris Del Frate
Lavoro, la Savio è ad alto rischio occupazionale: «Siamo preoccupati»

PORDENONE - Tira brutta aria alla Savio.

Nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente, ma la paura è che la nuova proprietà belga, possa fare come ha già fatto con un altro stabilimento: chiudere e accentrare la produzione in Cina. Ovviamente, per fortuna, non c'è alcuna certezza che questo possa avvenire, ma a sentire Roberto Zaami, segretario generale della Uilm della provincia di Pordenone, non solo ci sono segnali preoccupanti, ma alcune indicazioni precise vanno su una strada pericolosa.

LA SITUAZIONE
«Mi sento di affermare - spiega Zaami - che attualmente la Savio è l'azienda che è nella situazione peggiore in provincia. In più ci sono problematiche che non ci piacciono, perché non c'è una buona comunicazione dopo che oltre alla proprietà è cambiato anche il managemet. Intanto manca la comunicazione. Le informazioni che escono da parte del direttore del personale sono poche e incomplete, quindi noi siamo all'oscuro dei progetti per il futuro. In più c'è un problema legato al piano industriale che va avanti a rilento. Ci sono degli investimenti che erano previsti, anzi, avrebbero già dovuto essere realizzati, che invece non procedono, oppure lo fanno con molto rilento. Altri, invece, hanno una velocità secondo il piano che era stato approvato. Nessun segnale, invece, delle lavorazioni che attualmente sono esternalizzate e che l'azienda si era impegnata a riportare all'interno dello stabilimento. Di quelle neppure l'ombra, almeno sino ad ora. E poi - va avanti ancora Roberto Zaami - c'è la questione della cassa integrazione che è stata veramente pesante».

IL LAVORO
E proprio la cassa integrazione è una delle questioni che preoccupa di più. «Dall'inizio dell'anno - racconta il segretario provinciale della Uilm - ci sono state almeno una decina di settimane di cassa. Questo significa che lo stabilimento ha lavorato per più tempo a scartamento ridotto che per intero.Dalla settimana prossima scatteranno le ferie, poi torneranno al lavoro tutti e dal 6, almeno mi pare, ci saranno altre due settimane di cassa. una produzione di fatto altalenante che preoccupa veramente per il futuro. Anche perché - spinge Zaami - con la dirigenza non c'è un dialogo lineare, parlano pochissimo, non dicono praticamente nulla e quindi non abbiamo alcuna certezza sul futuro. In più c'è poca trasparenza anche sui turni della cassa integrazione. Non dimentichiamo che la cassa implica riduzioni anche importanti del salario. Noi avevamo chiesto in più occasioni che ci fosse una turnazione, che venissero rispettati dei cicli in modo da dare a tutti la possibilità di lavorare. In realtà allo stato non abbiamo avuto alcuna comunicazione e posso affermare, senza ombra di smentita che noi non sappiamo nulla di chi va in cassa e chi, invece resta al lavoro».

IL FUTURO
«Non abbiamo alcuna certezza - conclude Roberto Zaami - e per questo, come ho già detto, siamo molto preoccupati. Alla Savio avrebbero già dovuto comporre le nuove macchine tessili, quelle ad alta tecnologia, invece stanno ancora realizzando quelle più vecchie in un mercato internazionale che ha uno scenario veramente complesso. Questa è la situazione attuale di una grande fabbrica che ha fatto la storia, ma che ora rischia di perdere il passo con tutto quello che ne consegue». Nello stabilimento di sono oltre 300 lavoratori.
 

Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 12:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci