Sacile. Sul campanile spunta una scritta in arabo che inneggia ad Allah. Il parroco: «Per me è solo una bravata»

Sabato 7 Ottobre 2023 di Lorenzo Russo
I carabinieri davanti al campanile di San Odorico

SACILE (PORDENONE) - «Camminando verso la chiesa ho trovato una scritta in arabo nella parete frontale del campanile...». Ieri mattina don Boris Bandiera, guida della parrocchia di San Odorico a Sacile. Il sacerdote ha subito allertato i carabinieri, che lo hanno aiutato a tradurre la scritta incriminata. “Non vi è alcun Dio al di fuori di Allah” recita il graffito. Questo è uno dei messaggi cardine della religione islamica, una dichiarazione di fede che ha moltissimi significati sia da un punto di vista religioso, che culturale.

Per i credenti di fede islamica, questa breve riga è la base dell’Islam, una vera e propria professione di fede nei confronti del proprio Dio e del proprio Profeta, una frase che ricorda molto il primo comandamento della religione cattolica, una sorta di presupposto che è alla base delle religioni monoteiste. Ma se vista da un punto di vista totalmente decontestualizzato dalla religione, questa frase assume tutt’altro significato, più cupo e terribile. Questa frase infatti, si trova posta sulla bandiera dello stato islamico e su quelle di molti altri gruppi terroristici che hanno seminato paura e distruzione in tutto il mondo contro chiunque, indistintamente dalla religione di appartenenza.

LA PREOCCUPAZIONE

Non è la prima volta che don Boris subisce vandalismi. «Trovare questa scritta sulla facciata del campanile mi ha lasciato molto di stucco. Non solo per l’ennesimo atto vandalico, ma per il messaggio», dichiara il parroco. Dal suo arrivo fino ad oggi la sua parrocchia ha subito dispetti di ogni genere. A dicembre dell’anno scorso il sacerdote aveva denunciato il furto del Gesù Bambino esposto in occasione del presepe parrocchiale nel piazzale della chiesa. Ben più grave l’evento denunciato poco tempo dopo, quando qualcuno scardinò le porte della sacrestia danneggiando qualsiasi cosa gli si parasse davanti e causando migliaia di euro di danni. Recentemente la parrocchia ha registrato atti vandalici nel cimitero, dove alcune croci sono state divelte a calci. Atti che secondo il parroco, però, non c’entrano niente con il graffito trovato ieri mattina.

LA COMUNITÀ

«Intanto ci tengo a precisare che non c’è nessun conflitto fra comunità religiose - afferma il sacerdote -. Sono in ottimi rapporti con la comunità islamica, di conseguenza qui non si parla di religione, ma di una bravata vera e propria che non ha niente a che vedere con la religione». Un gesto che fa storcere il naso soprattutto ai tanti membri della comunità islamica della provincia di Pordenone, che vedono il vandalo come un «codardo che si è nascosto dietro la religione per compiere un atto vandalico senza senso». Nel corso degli anni sono stati tanti i gesti di collaborazione fra le due comunità religiose più diffuse sul territorio provinciale, che non hanno mai avuto nessuno scontro, proprio perché alla base vi è rispetto. Tutti concordano sul fatto che si tratti di un caso isolato, che potrebbe far pensare che gli artefici di questa bravata possano essere gli stessi ragazzini, italiani e stranieri, che qualche settimana fa occuparono senza consenso l’oratorio abbandonando bottiglie di superalcolici, mozziconi di sigarette e rimasugli di spinelli, ma questo sarà verificato dai carabinieri di Sacile.

LE INDAGINI

Ieri mattina il parroco ha informato i carabinieri sull’accaduto e poi è andato in caserma a sporgere querela per deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Il comandante della stazione, il luogotenente Alessandro Battistella, ha già fatto un sopralluogo e scattato diverse fotografie. L’autore della scritta ha utilizzato una bomboletta di spray nera sui mattoni a faccia vista del campanile, peraltro da poco sottoposti a un intervento di ripulitura. Qualche indicazione potrebbe arrivare anche da una foto trappola che è stata collocata nel piazzale della chiesa e che potrebbe aver colto l’autore del messaggio sul fatto. Non è escluso che qualcuno possa averlo notato e sia in grado di riconoscerlo o fornire alle forze dell’ordine qualche indicazione utile alla sua identificazione. Se dovesse davvero trattarsi di una ragazzata, come sospetta don Boris, le cose potrebbero risolversi con un semplice mea culpa e l’impegno a ripulire i mattoni imbrattati, gesto che potrebbe convincere il parroco a ritirare la querela.

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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