All’ergastolo per l’omicidio di Teresa e Trifone, dopo nove anni Ruotolo chiede la riapertura del processo

Sta scontando l'ergastolo a Padova per il duplice omicidio. Si proclama innocente e il suo legale lavora alla revisione del procedimento

Martedì 5 Marzo 2024 di C.A.
All’ergastolo per l’omicidio di Teresa e Trifone, dopo nove anni Ruotolo chiede la riapertura del processo

PORDENONE - «Non sono stato io». Continua a proclamarsi innocente Giosuè Ruotolo, 35 anni, ex caporal maggiore dell’Esercito originario di Somma Vesuviana, che nel carcere di Padova sta scontando l’ergastolo per il duplice omicidio dei fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza, uccisi nel parcheggio del palasport Crisafulli la sera del 17 marzo 2015 a colpi di pistola. Sono passati nove anni. E Ruotolo, che adesso si appoggia all’avvocato Danilo Iacobacci, sta lavorando per ottenere la revisione del processo. Le carte processuali le ha studiate a fondo. Testimonianze, piste alternative, perizie e ricostruzione dei suoi movimento la sera del delitto, quando la sua Audi A3 è stata collocata sul luogo del delitto sia al parco di San Valentino, dove è stata poi ritrovata nel laghetto la Beretta 7,65 utilizzata per uccidere la giovane coppia. L’avvocato Iacobacci sostiene che non si può parlare di «una colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio che possa giustificare una condanna all’ergastolo». Sta cercando nuovi elementi che possano consentirgli di chiedere la revisione. Ha cominciato a farlo prima ancora che sui media irrompesse la notizia della richiesta di revisione del procedimento sulla strage di Erba. Sta scandagliando la testimonianza di Maurizio Ferraiolo, il pentito che aveva offerto alla Procura la pista della droga. E quella di Lorenzo Kari, il nomade che diceva di essere stato assoldato da un imprenditore bresciano per uccidere i due ragazzi. Sono piste già sondate, franate in fase di indagine e in aula. Ma Ruotolo non molla. «Basta un nuovo elemento - spiega Iacobacci - per fare istanza di revisione di un processo che, non va dimenticato, è indiziario».


I RICORSI
Ruotolo è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Pordenone il 7 marzo 2016 e condannato all’ergastolo l’8 novembre 2017, pena diventata definitiva dal 2021. Carrista a Cordenons, aveva vinto il concorso in Guardia di finanza, il sogno della sua vita. Al processo è emerso che aveva un rapporto conflittuale con Ragone, ma anche con la stessa Teresa, che molestò con il profilo Facebook Anonimo Anonimo spacciandosi per una amante di Trifone. Una super perizia della Procura lo ha collocato nel parcheggio del palasport nel momento in cui i fidanzati sono stati uccisi con una vecchia Beretta 7,65 e, poco dopo, nel parco di San Valentino, dove a sei mesi di distanza è stata recuperata nel laghetto l’arma del delitto. Nel 2022 l’avvocato Iacobacci ha presentato un ricorso straordinario in Cassazione. Ai giudici era stato chiesto di tenere in considerazione che nell’auto delle vittime, uccise con colpi sparati a distanza ravvicinata, non c’erano tracce di Ruotolo, come non sono state trovate tracce di sangue di Teresa e Trifone nella sua Audi A3.

Era stato anche chiesto di riconsiderare tutte le testimonianze rese dalle persone presenti al momento degli spari. La Cassazione lo aveva dichiarato inammissibile per errore di fatto o materiale.

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LA CEDU
Secondo la difesa, la mole di atti e le corpose motivazioni delle sentenze non avrebbero consentito alla Cassazione di individuare i vizi denunciati. E così lo scorso anno Ruotolo si è rivolto anche alla Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu). Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, senza lasciare margini a eventuali appelli a un Comitato e alla Grande Camera. Era metà gennaio. È da quel momento che Iacobacci ha cominciato a lavorare in vista di una richiesta di revisione del processo.

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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