Maxi furto da due milioni di euro allo Spazzolificio Piave, assolti gli otto imputati

Giovedì 14 Marzo 2024 di Marco Aldighieri
ONARA DI TOMBOLO - Lo Spazzolificio Piave dove è avvenuto il maxi furto da 2 milioni di euro

TOMBOLO - Quel lontano otto agosto di otto anni fa lo “Spazzolificio Piave” di Onara di Tombolo subì un furto da due milioni di euro. In otto sono finiti a processo davanti al giudice del Tribunale monocratico accusati a vario titolo di furto aggravato e ricettazione, ma sono stati tutti assolti. 
Sono Salvatore Palmieri 58 anni di Napoli, Eugenio Izzo 50 anni di Mugnano Di Napoli, Mario Cozzolino 40 anni di Ischia, Ciprian Bocanet 43 anni di Tombolo (difeso dall’avvocato Alberto Antonello), Michele Carosiello 46 anni di Cerignola (Foggia), Matteo Carosiello 48 anni di Cerignola, Antonio Dei Pazzi 57 anni di Cerignola e Raffaele Di Cuonzo 38 anni di Trinitapoli (provincia Barletta-Andria-Trani). 
 

I FATTI
Secondo l’accusa Bocanet, allora considerato il basista del colpo, Di Cuonzo, Dei Pazzi e i due Carosiello, quella notte utilizzando un autocarro frigo sono riusciti a rubare, all’interno dello Spazzolificio, circa 80 bancali di merce. In particolare scatole di spazzolini da denti e filo interdentale marca “Silver Care” per un totale di 256 mila unità per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Secondo la ricostruzione fornita dai carabinieri, alcuni banditi hanno forzato il portone di accesso sul lato nord del magazzino, mentre altri hanno oscurato le telecamere della videosorveglianza della vicina ditta “Ippa” Srl. 
Infine, ancora secondo l’accusa il 20 dicembre dello stesso anno a Napoli, Cozzolino avrebbe rivenduto parte della refurtiva a Palmieri e Izzo in qualità di acquirenti per conto del Gruppo Europeo Srl. In totale 38 cartoni contenenti ciascuno 12 blister di spazzolini “Piave - Silver Care One”. Bocanet, dimostrata l’estraneità ai fatti e dichiarato estinto il precedente penale in ragione del quale gli contestavano la recidiva, è stato assolto per difetto di querela a seguito della riforma Cartabia. Lo stesso per il gruppo dei foggiani, mai comparsi in aula. Mentre per Palmieri e Izzo la ricettazione è stata riqualificata e sono stati assolti per particolare tenuità del fatto. Cozzolino infine è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. 
 

LE INDAGINI
Tutti i prodotti rubati, il giorno successivo, avrebbero dovuto essere consegnati, poi l'attività si sarebbe fermata per la pausa estiva. Ma per salvare il salvabile, forti della professionalità che contraddistingue l'impresa, la proprietà quell’agosto ha richiamato al lavoro alcuni dipendenti per ottemperare il più possibile agli ordini saltati a causa del furto. Lo spazzolificio è stato fondato oltre 150 anni fa a Conegliano, ma dal 1970 la famiglia Zecchin lo ha portato ad Onara di Tombolo. 
All’inizio l’indagine era stata aperta contro ignoti.

In un secondo momento i carabinieri di Cittadella hanno acquisito i dati del traffico telefonico delle celle installate nell’area di Tombolo riuscendo a risalire agli otto sospettati, poi tutti assolti. 

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