Mar Rosso, 16.000 pecore e mucche bloccate su nave australiana in fuga. «Animali a rischio malattie»

Il bestiame ha trascorso circa quattro settimane a bordo della MV Bahijah

Mercoledì 7 Febbraio 2024
Pecore e mucche (16.000) bloccate su nave australiana in fuga dal Mar Rosso. La furia degli animalisti

Migliaia di pecore e mucche sono rimaste bloccate a bordo di una nave, dopo che il loro viaggio in Medio Oriente è stato costretto ad interrompersi per via degli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen nel Mar Rosso.

Gli attivisti australiani ne chiedono il rilascio immediato.

Il viaggio interrotto

Il bestiame, composto (a quanto pare) da più di 15.000 animali, per lo più pecore, ha trascorso circa quattro settimane a bordo della MV Bahijah, nave merci salpata da Fremantle, Perth, nell'Australia occidentale, il 5 gennaio. La nave, secondo una nota del Dipartimento dell'Agricoltura australiano, «è stata costretta ad abbandonare la sua rotta attraverso il Mar Rosso a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza nella zona ed è stata rindirizzata verso l'Australia». 

Negli scorsi giorni l'imbarcazione è tornata a Fremantle. Due veterinari hanno visitato gli animali, segnalando che «non c'è alcun problema significativo per la salute o il benessere degli animali che si trovano a bordo della nave».

La reazione degli animalisti

Non è della stessa idea Suzanne Fowler, responsabile della RSPCA Australia (The Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals): «Gli animali sono stati esposti a uno “stress cumulativo” durante il loro lungo viaggio, dovuto al continuo oscillamento della nave, al rischio di malattie e alle condizioni generali a bordo imputate soprattutto al caldo, con temperature a Fremantle che hanno raggiunto circa 38 gradi in questi giorni». Le pecore, a quanto riportano gli animalisti, sarebbero rimaste nelle loro stesse feci a causa della difficoltà nel pulire i recinti da parte dell'equipaggio. 

Ciò contro cui gli attivisti si stanno scagliando è soprattutto la riesportazione del bestiame, decisione che il governo starebbe valutando sulla base di una richiesta in tal senso da parte dell'esportatore, che secondo i media australiani sarebbe Bassem Dabbah. «È un piano orribile», ha affermato Fowler: «hanno già sofferto abbastanza. Non è giusto nei confronti degli animali. Sono esseri senzienti, possono soffrire, provare dolore e angoscia. Vorremmo che una decisione fosse presa il più presto possibile».

Le richieste al governo

Gli attivisti per i diritti degli animali di Peta Australia hanno pubblicato ieri una lettera aperta al primo ministro Anthony Albanese, affermando di essere «disgustati e pieni di vergogna» per il trattamento riservato al bestiame. Il governo australiano di centrosinistra ha promesso di eliminare gradualmente le esportazioni di animali vivi, ma ancora senza dare luogo ad azioni concrete.

Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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