Città del Vaticano – Stavolta è il rapimento di una missionaria cattolica è avvenuto in Burkina Faso, nella diocesi di Kaya dove da tempo si sono insediati gruppi di estremisti islamici, ad allarmare il Vaticano.
Secondo i media locali, il Burkina Faso, è uno dei dieci paesi della regione del Sahel che sta affrontando una violenza dilagante anche per la presenza di gruppi estremisti.
Il rapimento della suora arriva a poca distanza da quello avvenuto in Nigeria dove è tornato l'incubo dei rapimenti dei religiosi a scopo estorsivo da parte di gruppi legati a Boko Haram. Poco tempo fa a Kaduna è stato sequestrato padre Joseph Akete Bako, parroco della chiesa cattolica di San Giovanni. Nella regione si segnalano da tempo conflitti per l'acqua e l'uso della terra ma anche violenze da parte di Ansaru, un gruppo islamista tristemente conosciuto e attivo. La dinamica, secondo quanto affermato dai testimoni, è sempre la stessa: uomini armati hanno fatto irruzione nella casa parrocchiale e dopo aver colpito a morte all'incaricato della sicurezza hanno prelevato il sacerdote.
Una notizia che fa ovviamente salire la paura dei sequestri di missionari cattolici presenti nelle zone a rischio, a scopo estorsivo, e per la quale il Vaticano, in passato, aveva messo in campo una sorta di struttura parallela per pagare indirettamente riscatti. Come era accaduto, per esempio, con il frate salesiano rapito nello Yemen, don Thomas Uzhunnalil, sequestrato nel 2016 da un gruppo di guerriglieri islamici. Di questa struttura se ne è parlato a proposito del processo per il Palazzo di Londra, in corso in Vaticano: tra gli imputati chiamati a rispondere di diversi reati c'è anche Cecilia Marogna, la esperta di geopolitica che - a suo dire - sarebbe stata incaricata dalla Segreteria di Stato di fare da collegamento con una struttura parallela adibita al pagamento dei riscatti dei religiosi rapiti dai jihadisti. La donna ha detto che sarebbe stata presentata in Vaticano dai vertici dei servizi segreti italiani (Carta e Caravelli). Nel corso dei prossimi interrogatori si capiranno meglio i contorni di questa misteriosa vicenda. Se fosse confermato che il Vaticano era effettivamente disposto a pagare riscatti per arrivare alla liberazione dei missionari, aumenterebbe a dismisura il pericolo dei rapimenti di sacerdoti e suore nelle zone più calde.
Nella regione nigeriana dove è avvenuto di recente il sequestro del parroco negli ultimi anni sono state rapite centinaia di altre persone – sempre per ottenere il pagamento di un riscatto - da parte di bande criminali. Le violenze hanno causato anche centinaia di morti e sfollati. La città di Kaduna resta al centro di una sorta di "pulizia etnica", con i cristiani ora concentrati nel sud di Kaduna e i musulmani nel nord.