Emanuela Fanelli: «Lavoravo in un asilo, devo tutti ai bambini. Sono single, chiusa e anche un po' pigra»

L'attrice: «Dieci anni da maestra mi hanno fatto capire cosa dovevo fare del mio futuro»

Domenica 7 Gennaio 2024 di Andrea Scarpa
Emanuela Fanelli: «Lavoravo in un asilo, devo tutti ai bambini. Sono single, chiusa e anche un po' pigra»

Emanuela Fanelli, romana (è nata e cresciuta a Morena), 37 anni, dal 18 gennaio sarà online su Prime Video nella nuova serie No Activity con Diego Abatantuono, Luca Zingaretti, Rocco Papaleo, Carla Signoris e altri.

Per lei è un momento d’oro: lo scorso maggio ha vinto il David di Donatello come Miglior attrice non protagonista in Siccità di Paolo Virzì, con lo stesso regista ha poi girato Un altro Ferragosto, seguito di Ferie d’agosto, prossimamente nelle sale, ed è nel cast del film dell’anno, C’è ancora domani di Paola Cortellesi (è Marisa, l’amica di Delia).

Dopo un anno come questo, cosa l’ha sorpresa di più?
«L’affetto delle persone che non mi conoscono, mai scontato né dovuto».

Sta più attenta a cosa, adesso?
«A non pensare solo al lavoro. Non voglio che mi definisca completamente come persona. Quando non andrà così bene non voglio deprimermi».

Già mette le mani avanti?
«Penso solo al futuro e a quello che vorrei fare in futuro».

Cosa?
«Fare l’attrice mi piace molto ma forse non ho il carattere di quella che sta lì ad aspettare sempre di di essere scelta. Vorrei scrivere cose mie e diventare sempre più brava in quello che faccio».

Sta dicendo che sta lavorando a un suo film?
«No. A qualcosa di mio, che può essere anche altro. Per me scrivere è un’esigenza».

Le hanno proposto un film da regista?
«Sì. Ma per ora non me la sento, non ho la competenza per farlo. Forse in futuro».

 

Altre offerte bizzarre?
«Mi hanno chiesto di scrivere un romanzo. Ci manca solo quello (ride, ndr). Mi hanno anche offerto di sponsorizzare bibitoni dimagranti sui social... Pagavano benino, ma non ho avuto dubbi e ho rifiutato. Io poi sono alta e magra di natura. Da piccola l’istruttore di nuoto mi chiamava scrocchiazeppi».

Per dieci anni ha fatto la maestra in una scuola materna: quando ha deciso di cambiar vita?
«Per due anni ho lavorato anche come cameriera nei locali, tutti i giorni non come quegli attori che dicono di averlo fatto dopo due sere ai tavoli (ride, ndr). Comunque, quando facevo la maestra, e mi chiamavano Mela perché c’era un bambino che non riusciva a dire il mio nome, recitavo le mie cose in giro, ma non riuscivo a viverci. Fino a quando non mi sono buttata. Grazie ai bambini».

Tipo?
«Giorno dopo giorno li vedevo così pieni di futuro che mi sono ritrovata a pensare al mio. E a quello che volevo essere». 

Quindi la simpaticona, così la chiamano un po’ tutti, era un po’ depressa?
«Depressa no, direi riflessiva. Quelli simpatici sono spesso così».

I suoi genitori cosa fanno?
«Mamma sarta, papà contabile».

La svolta quando c’è stata?
«Io non cercavo un agente per fare i provini, forse perché temevo il fallimento vero e proprio. Una sera, però una sera nel locale dove recitavo le mie cose ho incontrato Federica Remotti, che ancora oggi è la mia agente».

Fra le mamme dei bambini della materna c’erano una responsabile del casting e una produttrice: mai chiesto un consiglio?
«Mai. Sarebbe stato penoso. La maestra che vuole recitare...».

Di recente le persone che le stanno intorno le dicono sempre sì, è diventata più intelligente, bella e interessante?
«Un pochino, ma so distinguere. Ho iniziato a fare provini nel 2015, ma è successo qualcosa nel 2020. Non è tanto, ma neanche poco. Direi il giusto. Se avessi fatto il botto subito forse avrei avuto la fase mitomane tipo “sono la nuova Monica Vitti”, se fosse passato altro tempo avrei accumulato troppo livore. Che nell’ambiente è abbastanza diffuso. Di sicuro prima mi dicevano che ero strana, adesso unica. Meglio così, no (ride, ndr)?».

Ha molti amici nel suo ambiente?
«Quasi tutti sono gli stessi da quando ho 13 anni, quindi figurati se mi dicono sempre sì».

In passato ha detto di dover ringraziare Virzì che ha “visto” qualcosa che neanche lei sapeva di avere, altre corde, non solo comiche: deve fare lo stesso con qualcun altro?
«Giovanni Benincasa, autore e capoprogetto di Una pezza di Lundini. Mi aveva visto fare altro e dopo un po’ ha pensato a me per fare il contrario. Un occhio esterno ci vuole sempre, perché quando fai da solo vai sempre a finire in zone comode».

E di sé cosa non ha visto?
«Quattro anni fa avrei risposto qualcosa di professionale. Non volevo vedere per paura. E timidezza, che spesso mi blocca anche nel privato. Temo i rifiuti».

Si descrive carina, simpatica, intelligente: è sempre single?
«Sì».

E com’è?
«Com’è che non mi si carica nessuno? Sono un po’ chiusa, pigra e soprattutto sto bene da sola». 

Troppo concentrata sul lavoro?
«Nooo... Mi piace quello che faccio, ma non ho messo un muro». 

La simpaticona quando si arrabbia?
«Dopo dieci anni con i bambini, mai. Sono un po’ fregnona, però, e questo a volte viene scambiata per stupidità. Quando me ne accorgo mi scatta la parte presuntuosa e allora sono guai».

I suoi genitori la scoraggiavano?
«No. Mi dicevano: “Provaci, ma devi fare tutto da sola”. Tanti mentre aspettano di fare I provini, hanno mamma e papà che pagano l’affitto e le bollette».

Nel monologo “Andrà tutto bene” parlava di tumore al seno: conosce il problema da vicino?
«Sì, la Carletta di cui parlo nel finale è mia madre».

Il lusso che si è concessa di recente?
«Nessuno. Mi piacerebbe fare una bella vacanza, però. Mi piace cucinare e a volte faccio bellissime cene per gli amici, quello sì. Gioielli non ne ho».

Ma sui red carpet li mette.
«Me li prestano. E non vedo l’ora di restituirli. Mi viene un’ansia... Al David avevo l’anticipo di un appartamento addosso».

Ha acceso un mutuo per una casa sua o vive ancora in affitto?
«Sempre in affitto. Però dal Pigneto sono passata a Montesacro, ho fatto la scalata sociale (ride, ndr). E in questa casa mi sono fratturata l’osso sacro».

Come?
«Non ho messo il tappetino fuori la doccia. Sono uscita e sono scivolata. Un dolore terribile».

“C’è ancora domani” affronta il problema delle violenza contro le donne: crede che tutti gli uomini debbano chiedere scusa?
«È un problema contemporaneo con radici antiche, ma sono un’attrice e non voglio esprimermi su questi temi. Non voglio fare come Enrico Montesano che durante la pandemia diceva la sua sui vaccini».

Come semplice cittadina non può esprimersi?
«Io sono terrorizzata dal problema, che è complesso. Il delitto d’onore, per esempio, è stato abolito da pochissimo tempo (nel 1981, ndr). Ci vuole tempo per cambiare la mentalità. Il problema del femminicidio è enorme, visti i numeri, e riguarda uomini e donne. Ma lo ripeto: non voglio parlarne».

Lei ha mai avuto problemi in una sua relazione?
«Se ci penso adesso credo che qualche uomo non mi abbia fatto tanto bene, ma sono stata fortunata e non ho mai vissuto brutte situazioni».

Che ne pensa del primo premier donna del nostro Paese?
«Sono contenta che ci sia una donna, ma io e la Meloni non la pensiamo allo stesso modo».

Ultimo aggiornamento: 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA