Titolare delle pompe funebri a processo per stalking contro l'impresa concorrente

Antonio Nicodemo, 53 anni, è stato rinviato a giudizio ieri dopo l’udienza preliminare

Giovedì 13 Aprile 2023 di Gianluca Amadori
CAVARZERE Il duomo di San Mauro, dove si sono svolti i fatti contestati

CAVARZEREÈ accusato di stalking e illecita concorrenza con minaccia o violenza. Il titolare di un’impresa di pompe funebri di Cavarzere, Antonio Nicodemo, 53 anni, è stato rinviato a giudizio ieri, a conclusione dell’udienza preliminare celebrata alla Cittadella della giustizia di Venezia, di fronte al Gup Benedetta Vitolo: il processo a suo carico si aprirà il prossimo 29 giugno.

Gli episodi finiti sotto accusa sono stati denunciati dai titolari di un’impresa concorrente, la Mb srl, i quali hanno lamentato una serie di «illecite interferenze e condizionamenti» volti ad ostacolare la loro attività: Mirco Braga, 59 anni, e Mirna Ferari, 48 anni, entrambi residenti a Cavarzere, si sono costituiti parte civile contro l’imputato, assistiti dall’avvocato Gianluca Ballo, con l’obiettivo di ottenere il risarcimento dei danni sofferti. Nicodemo è difeso dall’avvocatessa Marilena Giovanna Di Guardo, la quale è intenzionata a dimostrare durante il dibattimento l’insussistenza delle pesanti accuse.
Nel capo d’imputazione formulato dal pm Christian Del Turco, a Nicodemo viene contestato di aver cercato di ostacolare il lavoro della impresa rivale fin da quando iniziò l’attività, nel 2017, recandosi al Duomo di Cavarzere mentre erano in corso i funerali gestiti dalla Mb srl, aggirandosi per il piazzale e seguendo il corteo funebre; simulando tentativi di collisione del proprio veicolo con quello condotto da Braga e Ferrari e così minacciandoli; incaricando un proprio dipendente di presentarsi a casa della signora Ferrari accusandola di aver strappato le epigrafi delle Onoranze funebri Nicodemo.
LE MINACCE
E ancora: di essersi recato al cimitero minacciando Braga, nel 2018 («Vieni fuori che ti ammazzo, te la faccio pagare»); di aver colpito alle spalle il rivale, nell’agosto del 2020, mentre stava affiggendo alcuni necrologi, facendolo cadere a terra; e di aver cercato di investirlo con il suo furgone per due volte, nell’ottobre del 2021.

Il tutto «cagionando loro un perdurante e grave stato di ansia e di paura tale da ingenerare un fondato pericolo per l’incolumità propria e da costringere gli stessi ad alterare le proprie abitudini di vita». Ora la parola passa al Tribunale. 

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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