L'inchiesta su Toti. Paolo Emilio Signorini e il debole del lusso già a Venezia: dal Mose al (finto) Rialto

Nel 2011 venne intercettato con il presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati per un viaggio

Giovedì 9 Maggio 2024 di Angela Pederiva
Paolo Emilio Signorini

VENEZIA -  È fissato per stamattina alle 11, nel carcere di Marassi, l'interrogatorio di garanzia di Paolo Emilio Signorini. L'attuale amministratore delegato della multiutility Iren, che gli ha temporaneamente revocato le deleghe, è l'unico dei 25 indagati dalla Procura di Genova ad essere finito in prigione e per questo sarà sentito per primo dal giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni.

Non come dieci anni fa, quando l'allora capo del Dipe (il braccio operativo del Cipe) aveva schivato le accuse connesse allo scandalo Mose, comparendo però ugualmente nelle carte dell'inchiesta di Venezia: pare di capire che il suo punto debole, all'epoca come adesso, sia sempre stato la passione per il lusso, possibilmente pagato dagli altri.


IL TELEFONINO
Era il 15 luglio 2011 quando la Guardia di finanza aveva registrato una telefonata di Signorini, per gli amici "Pes", a Giovanni Mazzacurati, al tempo presidente del Consorzio Venezia Nuova. Quest'ultimo, che sapeva di essere intercettato, aveva cercato di bloccare la conversazione: «Ho un problema col telefonino». Ma il dirigente pubblico, che si trovava in Toscana per il fine settimana, non aveva colto l'avvertimento: «Volevo soltanto dirle che siamo arrivati, è tutto benissimo, la volevo ringraziare». Mazzacurati se n'era compiaciuto: «Ha trovato tutto, sì?». Signorini aveva confermato: «Ho trovato tutto. Tutto perfetto». E via di questo passo, con il manager che chiedeva l'indirizzo di qualche buon ristorante nella zona di Castagneto Carducci e l'imprenditore che estendeva alla cena l'ospitalità già garantita per il soggiorno: «Lei può usare il mio nome per la prenotazione». Materiale utile al gip Alberto Scaramuzza, nell'ordinanza che il 4 giugno 2014 aveva dato il via alla "retata storica", per definire il genovese persona «non ostile» al Cvn, che difatti nel 2013 lo avrebbe voluto vedere Magistrato alle acque in laguna.


IL CAPODANNO
In realtà quella nomina era saltata, ma la sua carriera era proseguita: dal 2016 al 2023 Signorini è stato al vertice dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, ruolo che gli è costato l'arresto per le ipotesi di corruzione e atti contrari ai doveri d'ufficio. Nelle 635 pagine dell'ordinanza firmata dal gip Faggioni, emblematico è il capitolo dedicato al Capodanno 2023, che Signorini avrebbe voluto passare a Las Vegas insieme all'imprenditore Aldo Spinelli (ora ai domiciliari) e alle rispettive compagne. Secondo i magistrati, a saldare buona parte del conto sarebbe stato proprio l'ex presidente del Genoa e del Livorno, attivo anche nell'organizzazione della vacanza. Agli atti c'è un episodio del 16 ottobre 2022, quando al rientro da uno dei tanti weekend a Montecarlo in compagnia di Signorini e della fidanzata, Spinelli «effettuava un tentativo di chiamata ad un numero telefonico statunitense», ma non ottenendo risposta, «lasciava un messaggio alla segreteria telefonica» in cui chiedeva di essere ricontattato. Da chi? Per gli inquirenti, da un manager padovano del resort-casinò a 5 stelle "The Venetian", parte di un complesso alberghiero che è considerato il più grande del mondo, famoso perché riproduce Venezia finanche nei giri in gondola fra il finto ponte di Rialto e il falso palazzo Ducale: «È bello il Venice...».
Ma il suo referente veneto non l'ha richiamato, per cui l'obiettivo è cambiato: "Wynn and Encore", dove «se giochi venti ore in sei giorni l'hotel è gratis». A quanto pare l'imprenditore puntava al risparmio, ostentando però ricchezza, al punto da chiedere alla sua banca di alzare il plafond della carta di credito a 500.000 euro (perché con quell'affidamento «mi offrono tutto gratuito») e da rifiutare il preventivo di un volo privato da 200.000 euro («Eh no allora no belandi (versione affettuosa di belìn, ndr.)», preferendo optare per un'andata e ritorno con British Airways da 4.850 euro a testa. Quando la compagna lo chiamava per parlare del viaggio, Signorini tagliava corto, forse ricordando il precedente del Mose pubblicato dai giornali: «Vabbè, meglio... parlarne a voce...». Poi però un problema familiare ha fatto saltare la trasferta negli Stati Uniti e i quattro hanno ripiegato su Montecarlo, dove peraltro "Pes" aveva già pernottato in coppia per 22 weekend. Tutto a spese di Spinelli, secondo l'inchiesta: 74.246,78 euro in 15 mesi fra camere, room service, massaggi, estetista, parrucchiere, biglietti del tennis, colazioni, pranzi e cene. Magari tirando un po' sul menù, da accorti genovesi: «Guarda, siamo al Beach che stiamo mangiando delle carote crude con olio e limone».

Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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