Il salvataggio in mare e gli spari dei libici alla "nave dei veneti": «Piantedosi mente al Parlamento»

Il ministro al Senato: «E' stata la Mare Jonio a violare le indicazioni». Ma Mediterranea protesta con un video

Venerdì 12 Aprile 2024 di Alda Vanzan
Il soccorso della Mare Jonio

VENEZIA - “4 aprile 2024, caso mare Jonio: il ministro Matteo Piantedosi ha mentito al Parlamento”. Inizia così il video diffuso ieri da Mediterranea, l’ong da cui dipende la nave Mare Jonio, soprannominata “la nave dei veneti” perché tra gli armatori e i responsabili ci sono l’ex assessore di Venezia Beppe Caccia e l’ex leader dei Disobbedienti Luca Casarini
La polemica è scoppiata dopo che al question time al Senato Piantedosi ha dato una versione opposta rispetto a quella della ong. E cioè: non è vero che i libici hanno sparato alla nave dei “soccorritori”, sono stati gli uomini di Mare Jonio a ostacolare i soccorsi che erano già in atto da parte della Guardia costiera libica. E per tutta risposta, Mediterranea ha diffuso un video in cui si vede il gommone con gli uomini della Mare Jonio che si avvicina al barcone dei naufraghi, tutto intorno c’è solo mare, non c’è traccia della motovedetta dei libici (a meno che non fosse dalla parte opposta dell’inquadratura) e però si sente uno scambio di informazioni via radio tra la Mare Jonio e la Guardia costiera libica. “Alle 16.45 - sono i titoli in sovraimpressione del video di Mediterranea - la motovedetta libica Fezzan è ancora lontana e chiede informazioni a Mare Jonio via radio”.
Ecco cos’ha detto giovedì il ministro al question time al Senato.

IN AULA
«Le autorità deputate alla ricerca e soccorso in mare competenti secondo le normative internazionali - ha detto Piantedosi - hanno formalmente riferito che, in quel contesto avvenuto in acque internazionali e non italiane, un gommone di appoggio della nave privata Mare Jonio si era avvicinato alla motovedetta libica Fezzan, in un momento successivo a quello in cui quest’ultima aveva già assolto agli obblighi di salvataggio in mare. Le persone presenti sul gommone incitavano i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni di salvataggio in atto da parte dell’unità libica con ciò mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone stesse, tanto che diversi migranti si sono gettati in acqua per poi essere nuovamente soccorsi, in parte dalla motovedetta libica e in parte dal predetto gommone che li ha poi trasbordati sulla Mare Jonio. È in questa fase che risulterebbe che siano stati esplosi affettivamente alcuni colpi di avvertimento in aria affinché le predette imbarcazioni private si allontanassero, così da poter riprendere le operazioni di salvataggio». 
E siccome la Mare Jonio “non è mai stata incaricata ad effettuare operazioni di soccorso”, sono poi scattati il fermo della nave e la sanzione.

L’ACCUSA 
«Clamorosamente falso», la replica di Mediterranea che ha diffuso il video in cui non si vede alcuna motovedetta libica. Un precedente video mostrava invece l’arrivo dei libici e gli spari in acqua. «Fonti del Viminale hanno invece ripetuto la versione resa in aula dal ministro: “Atti ufficiali confermano che Mare Jonio ha violato le indicazioni della Libia” e “il comportamento della ong ha creato una situazione di gravissimo pericolo per la vita dei migranti che si sono gettati in mare per raggiungere il gommone della stessa ong”. 
 

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 15:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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