Ciclista travolto e ucciso a Cona, trovata l'auto del pirata della strada: denunciato un ventenne

Il giovane, residente in zona, è indagato per omicidio stradale, con l'aggravante dell'omissione di soccorso

Giovedì 11 Aprile 2024 di Diego Degan
Roberto Borella, il ciclista investito e ucciso a Cona

CONA (VENEZIA) - C'è un indagato per la morte di Roberto Borella, il pensionato di 61 anni, investito e ucciso la sera di sabato scorso, mentre percorreva in sella alla sua bici la provinciale 7 (via Venezia) tra Monsole e Pegolotte. La sua identità, per ora, non è stata resa nota dagli inquirenti, ma si tratterebbe di un giovane di 20 anni del posto, al quale è intestata l'automobile che avrebbe effettuato l'investimento.


Incidente a Cona, le novità 


Dopo il ritrovamento della bici semidistrutta e del corpo del pensionato nelle acque dal canale Rebosola, che costeggia la strada dove è avvenuto l'incidente, le indagini dei carabinieri si sono infatti concentrate sulle riprese delle telecamere pubbliche e private. In particolare una di esse, facente parte della rete di videosorveglianza comunale, si trova proprio su quella strada, ma altre sorvegliano aree limitrofe di aziende e pubblici esercizi. C'è voluta una buona dose di pazienza ma, alla fine, i carabinieri hanno individuato l'auto maggiormente "candidata" ad essere coinvolta nell'incidente e, dalla targa, sono risaliti al proprietario.

Chi era alla guida?

Ma non si tratta di una prova conclusiva, perché manca la certezza su chi fosse alla guida del veicolo: lo stesso proprietario, un familiare o un amico a cui avrebbe potuto prestare l'auto. Esclusa l'ipotesi che possa essergli stata rubata, perché l'auto è stata trovata presso l'abitazione e posta sotto sequestro, per gli accertamenti del caso, ovvero i possibili segni dell'urto con la bicicletta che possono essere rimasti sulla carrozzeria.

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Omicidio stradale


L'accusa nei confronti del giovane è quella di omicidio stradale, ma nei suoi confronti non sono stati presi provvedimenti né di fermo, né di arresto perché manca la flagranza e, comunque, servono ulteriori accertamenti. L'indagato, se sarà riconosciuto colpevole rischia una pena da 2 a 7 anni che, con l'aggravante dell'omissione di soccorso, può essere aumentata da uno a due terzi. Inoltre la famiglia del deceduto potrebbe costituirsi parte civile per chiedere un risarcimento.

L'investimento e la morte


Roberto Borella quel giorno era andato a trovare a trovare la madre, malata di Alzheimer, come faceva quasi tutti i giorni, per accudirla e farle un po' di compagnia. Aveva fatto visita alla sorella Ivana e al figlio Luca e si era avviato sulla strada del ritorno, a Piove di Sacco, dove lo aspettava la moglie per prendere un aperitivo insieme a dei cugini. É possibile che, con il calar del buio, l'automobilista non l'abbia visto, ma è difficile credere che non abbia neppure sentito l'urto, viste le condizioni della bici.

Ma il punto è che l'automobilista non si è fermato a prestare soccorso o a dare l'allarme e, se lo avesse fatto, forse Roberto Borella sarebbe ancora vivo. E neppure nei giorni seguenti si è fatto avanti per autodenunciarsi.

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