Lo studente, il nonno e il prof: conoscete il popolo dei salva-prati?

In 40 impegnati a segare alberi e sfalciare. A Villalta si punta a biotopo e fieno certificato

Domenica 14 Aprile 2024 di Camilla De Mori
Lo studente, il nonno e il prof: conoscete il popolo dei salva-prati?

UDINE - Il più giovane ha 12 anni, il più anziano 83. C'è il funzionario regionale in pensione e c'è il professore, c'è l'entomologo e c'è il nonno. Cresce il popolo dei salva-prati, che, negli appezzamenti presi in affitto a proprie spese, sfalciando, segando alberi ed eliminando cespugli invasivi, senza alcun compenso, sta cercando con fatica di ripristinare dei prati stabili dopo anni di abbandono, per evitare la perdita di uno scrigno di biodiversità (tutelato da una legge regionale). Fra Fagagna, Buja e Pagnacco, secondo i calcoli di Roberto Pizzutti, "deus ex machina" di questo movimento virtuoso (innescato con il suo docufilm "Incanto d'erba e...

urgenza"), sono quasi una decina gli ettari complessivi sottratti all'avanzare del bosco e dei rovi.

Villalta di Fagagna


La storia del prato stabile di Villalta di Fagagna ha visto la svolta anche grazie al video di Pizzutti, dipendente regionale in pensione. «Lo avevo scoperto 15 anni fa e tornandoci l'ho ritrovato abbandonato, con una forte invasione di robinia. Il primo sopralluogo, l'abbiamo fatto a settembre 2023. Con me, Denis Demichiei, giovane professore del Malignani, tre studenti appena diplomati e l'entomologo Pietro Zandigiacomo. Con Denis, ci siamo conosciuti perché lui aveva visto il mio film sui prati stabili (vedi altro articolo ndr) e si era appassionato. Abbiamo fatto un viaggio in auto insieme verso una proiezione e si è convinto dell'utilità di questo lavoro». E così è partita l'avventura, anche grazie ai contributi regionali «per la gestione di prati e torbiere in biotopi naturali». «Siamo andati in cerca di prati da ripristinare. Lui ha preso in affitto un terreno a Lazzacco di Pagnacco. Poi, abbiamo trovato questo prato asciutto, con due ettari di bosco di neoformazione e un ettaro di magredo evoluto, a Villalta». Tre ettari poi presi in affitto per 15 anni dall'associazione abitanti di Villalta, a 250 euro all'anno. «La gestione di quest'area sarà un impegno non indifferente, ma necessario se vogliamo evitare la perdita del centinaio di specie vegetali e del migliaio di specie animali, piccole e grandi, del prato stabile. Ma l'unione fa la forza». Con Roberto e Denis, un piccolo plotone agguerrito. Solo nella chat interna per i lavori di ripulitura del prato di Fagagna, «ci sono 48 persone». A una delle ultime "sessioni", a fine marzo, «c'erano ben quattro motoseghe e cinque operatori: Mario, Daniele, Denis, Alessio e Giacomo. Pierangelo e Simona sono scesi fin da Resia con i loro trinciastocchi e decespugliatore», come raccontato dallo stesso Pizzutti su Fb. A Villalta, coinvolti nel "salvataggio", «ci sono persone dai 12 anni agli 83 di Dario Gonano. È stato proprio lui a coinvolgere la figlia e il nipote dodicenne. Ma vengono anche uno studente di Ingegneria, due guide naturalistiche, un vivaista, un agricoltore bio di Rive d'Arcano, degli studenti di Scienze ambientali, alcuni pensionati di varia estrazione. Le prime due volte c'erano 25 persone, ma nel complesso una quarantina hanno dato una mano nelle 4-5 giornate che ci hanno visto impegnati».


L'obiettivo, per Villalta, è proporre «l'istituzione di un biotopo naturale. Ne proporremo uno anche a Pagnacco, l'unica stazione rimasta di Rhynchospora fusca, una pianta rara legata alle glaciazioni». Questo riconoscimento prevede anche l'attivazione di contributi, «con cui potremo continuare a fare quello che finora abbiamo fatto gratis, usando i soldi per acquistare altri terreni». A Fagagna, «utilizzeremo il fieno per la pacciamatura in orti biologici e lo proporremo alle tre latterie della zona». L'idea sarebbe quella di una sorta di "bollino" a centimetro zero, per dire che, sì, il latte arriva da mucche nutrite a fieno "certificato". «Sarà un percorso lungo, ma contiamo di arrivarci». Per il salvataggio dei prati stabili, quindi, «la battaglia sta dando frutti. Vorremmo coinvolgere dei gruppi sportivi. L'idea è quella di un evento benefico: invece di fare una corsa, potrebbero aiutare a movimentare del legname».

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci