Fondazione Cassamarca, all'asta i beni meno strategici: si parte con i terreni dell'ex Secco e i locali di via Tolpada

Martedì 30 Aprile 2024 di Paolo Calia
Ca' Spineda, la sede di Fondazione Cassamarca che metterà all'asta gli immobili inutili

TREVISO - Non più vendite con trattative dirette, ma aste telematiche. La Fondazione Cassamarca volta pagina. Ottenuta la sicurezza economica, cancellati tutti i debiti e indirizzata l’attività verso le finalità originarie come dare risorse alla cultura e sostegno al territorio, continua l’operazione di monetizzazione del patrimonio immobiliare. E il presidente Luigi Garofalo, assieme agli organi dirigenziali di Ca’ Spineda, ha deciso che è ora di cambiare marcia: «Ci è sembrato molto più consono passare alle aste telematiche, sistema diretto e aperto a tutti. Ovviamente daremo tutte le aste pubblicamente e con congruo anticipo. Poi attenderemo le varie offerte secondo quanto previsto dalle norme». La scelta è già stata presa e la nuova modalità avviata. I primi beni destinati all’asta sono i terreni della Ex Secco attorno a Villa Franchetti dove, durante la gestione di Dino De Poli, Fondazione aveva pensato di realizzare un centro residenziale. Ma l’epoca della Fondazione-agenzia immobiliare è definitivamente finito. Garofalo ha voluto chiudere un’attività e un settore che ha seriamente rischiato di affondare l’ente. «Il patrimonio immobiliare non più strategico per i nostri fini - ribadisce - è in vendita. Vogliamo trasformare gli immobili in denaro da investire nelle nostre attività».

I TERRENI

L’ex area Secco riemerge periodicamente nelle vicende di Fondazione. Per anni è stata una componente importante della grande visione di De Poli: trasformare villa Franchetti in un polo universitario e realizzare attorno un’area residenziale di qualità. Progetto visionario e faraonico mai decollato un po’ per la crisi immobiliare dei primi anni Duemila e molto per le scelte delle Università di Padova e Venezia estremamente più interessate a mantenere i propri corsi in città. Quindi, restituita villa Franchetti all’amministrazione provinciale, Fondazione ha messo in vendita i terreni valutati attorno ai 10 milioni di euro. In vista dell’asta la valutazione verrà ricalibrata. Altri spazi che andranno all’asta sono i locali di proprietà della Fondazione in via Tolpada: inizialmente erano stati pensati come area di sviluppo per l’università di Padova, poi la scelta è stata di metterli sul mercato.

L’ANALISI

«La Fondazione oggi è priva di debiti - precisa Garofalo - non abbiamo quindi nessuna necessità di vendere. Ma vogliamo trasformare immobili in risorse. E le richieste non ci mancano». Allargando l’orizzonte due sono i nodi da sciogliere: l’Appiani e il futuro dell’ex distretto Militare. «All’Appiani abbiamo sostanzialmente da gestire le tre torri. Quella “C” è quella vuota, nata per diventare la sede della Camera di Commercio e poi finita nella nota vicenda giudiziaria. Dovremmo metterci seriamente a valutare come utilizzarla. Poi c’è quella occupata dalla Questura, con cui stiamo procedendo alla definizione del nuovo contratto d’affitto col Ministero per sei anni più altri sei. E infine c’è la torre della Guardia di Finanza: qui novità non ce ne sono. Andranno in una nuova sede? Non lo so, quando sarà il momento ce lo comunicheranno». E infine l’ex Distretto, che Ca’ Foscari abbandonerà per trasferirsi all’ex Turazza: «Il contratto d’affitto con l’università scadrà tra due anni.

Poi vedremo. Ma l’ex Distretto è il nostro gioiello e le richieste non ci mancano. Cosa ci faremo? Vedremo, di certo la destinazione urbanistica è competenza dell’amministrazione comunale».

IL VALORE

Dopo la “cura Garofalo” Fondazione Cassamarca si presenta come un ente importante, ma più snello. Nel suo complesso, considerando patrimonio immobiliare, finanziario e attività, oggi ha un valore di circa 250 milioni di euro. Solo pochi anni fa, sommersa dai debiti soprattutto con Unicredit, il suo valore era decisamente inferiore. Ora l’aria è cambiata e sono tornati anche i dividendi sempre da Unicredit: solo la settimana scorsa sono entrati quelli distribuiti quest’anno tra i soci del colosso finanziario. Ca’ Spineda ha incamerato tre milioni di euro, fondamentali per sostenere la nuova vita. «Ma Fondazione oggi si mantiene da sola - specifica Garofalo - con le sue entrate». Un esempio: libreria e ristorante di Ca’ dei Carraesi, nell’ultimo anno, hanno fatto registrare ricavi per poco meno di un milione di euro.

Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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