CONEGLIANO - Adriano e i suoi tre cagnolini. Un amore nato nel tempo. Quelle bestioline le aveva raccattate in ogni angolo di mondo, dove lo portava il suo lavoro di geometra, direttore di cantieri per diverse aziende. Giovedì sera, puntuale, era uscito per l’ultima passeggiata, prima di andare a dormire, con i suoi cani, la meticcia “Spritz” e l’altro bastardino, di taglia media, “Trovi”. Prima tappa allo sgambatoio sulla collinetta della Calpena, tra Conegliano e San Vendemiano. Poi, il ritorno a casa, percorrendo via XXIV Maggio che, alla fine, diventa via Longhena quando entra in territorio di San Vendemiano. È qui che è avvenuta la tragedia.
LA DINAMICA
La Polizia stradale è accorsa sul luogo dell’incidente, insieme agli agenti del commissariato, coordinati da Vincenzo Zonno. La ricostruzione della dinamica è al vaglio degli agenti. Al momento dell’impatto c’era un’auto, proveniente dalla direzione opposta di marcia rispetto all’ambulanza. Sembra che si sia arrestata per far attraversare l’uomo, illuminando e abbagliando la visuale del conducente dell’ambulanza che ha detto agli agenti della Polstrada: «Non l’ho visto». Nell’impatto è morta anche la cagnolina Spritz, mentre Trovi è rimasto a vegliare il corpo del suo padrone. La compagna di Adriano, informata della tragedia, si è recata sul luogo dell’incidente in lacrime proprio per recuperare “Trovi”.
LA VITTIMA
Adriano viveva in una villetta a San Vendemiano dove è conosciuto da tutti. Si era trasferito per un ventennio in Romania e nel 2018 aveva fatto richiesta all’anagrafe per ottenere nuovamente la residenza a San Vendemiano. Era stato sposato con Mirella Momesso e da quel matrimonio erano nati due figli, Cristiano, 52enne, sposato a sua volta e con tre figli e Jessica di qualche anno più giovane, anche lei sposata e mamma di un ragazzino. Poi, quel rapporto si era incrinato e Adriano aveva ritrovato la felicità e la stabilità con la sua attuale compagna, Marina Scherbuha, che aveva conosciuto in uno dei suoi viaggi di lavoro in Russia. L’aveva sposata e i due hanno vissuto prima in Romania e, ultimamente, a San Vendemiano, circondati dai loro cagnolini. Il funerale verrà celebrato martedì, alle 11, nella chiesa dei Frati Cappuccini a Conegliano.
IL RICORDO
«Adriano è stato per me un secondo padre. Era un uomo di cuore, generoso non soltanto a parole. Quando sono stato male e sono stato operato in Emilia Romagna lui c’era sempre e più di una volta mi ha accompagnato personalmente in ospedale. Io sono stato il suo compare di seconde nozze e lui lo è stato quando mi sono sposato» racconta Antonio Amadio, che abita proprio dietro la villetta di Canzian, in via Palladio. «Avevo le chiavi di casa sua. E quando non c’era lo aiutavo anche con le moto di cui eravamo entrambi appassionati, a partire da revisioni e meccanico. Facevo tutto io». Vicino ad Antonio la moglie Filomena. «Giovedì siamo stati in guardino a chiacchierare a lungo prima di cena. Pensare che poche ore dopo sarebbe morto mi fa venire i brividi. Era un uomo che aveva girato tanto per lavoro, ora voleva godersi la pensione con i suoi cari». Adriano Canzian era stato in Siberia, in Russia e per vent’anni in Romania. Adesso voleva vivere al rallentatore, cercando di recuperare un rapporto sfilacciato dalla lontananza con i figli e i nipotini. Ma la vita non gli ha dato il tempo.