Lavoro nero e vendemmia, l'appello del vescovo: «Basta caporalato, i più fragili vanno tutelati»

Domenica 8 Ottobre 2023 di Claudia Borsoi
il vescovo Corrado Pizziolo

VITTORIO VENETO (TREVISO) - «Il caporalato, di cui anche nelle nostre terre si trovano segnali, va contrastato fermamente». A lanciare l'appello è il vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo. Lo fa nel messaggio "Grandi mete e piccoli passi", a conclusione del "Mese del creato". Un tema, quello dello sfruttamento dei lavoratori in nero, di stretta attualità: solo pochi giorni fa, a Valdobbiadene, la guardia di finanza ha scoperto 10 lavoratori senza regolare contratto di impiego impegnati nella vendemmia.

COSCIENZA COLLETTIVA
«Vorrei - scrive il vescovo nelle quattro pagine di messaggio - lanciare un appello per superare anche solo ogni ombra di possibili prassi di sfruttamento, specialmente in ambito agricolo, a danno dei lavoratori stagionali e non , maturando invece una coscienza collettiva che sia attenta ai diritti soprattutto dei più fragili. È importante vigilare per evitare che le persone siano vittime di forme mascherate di schiavitù e ricatti, assicurando sempre un salario adeguato e regolare, e garantendo le più elementari condizioni per una vita dignitosa e umana».

Nel 2021 Pizziolo pubblicava la lettera "Custodi del creato, costruttori di pace", che affrontava la tematica della sostenibilità ambientale collegata a quella economica e sociale, del dialogo, dell'inquinamento in agricoltura.

Parallelamente in diocesi prendeva avvio il "Tavolo di dialogo", poi divenuto "Tavolo per la sostenibilità", che ha messo in rete per un cammino comunitario consorzi di tutela vitivinicoli e movimenti ambientalisti. «Un cammino dice due anni dopo che necessita di una decisa accelerazione rispetto al processo di crescita culturale e morale che è stato da tempo avviato», passando ora dal concetto di sostenibilità ambientale a quello di sostenibilità planetaria. Ancora, sottolinea il vescovo, c'è da fare «per ridurre l'inquinamento ambientale in agricoltura come in ogni altro ambito».

IL VIGNETO DI PREMAOR
Tra i "piccoli passi" fatti, Pizziolo ricorda la vicenda del vigneto di Premaor di Miane sorto nei pressi di un gruppo di abitazioni: «La voce dei cittadini che hanno percorso le vie istituzionali ha portato ad alcuni risultati concreti» scrive con riferimento all'ordinanza emessa dall'Usl 2 a tutela della salute dei residenti. E poi evidenzia come sempre più agricoltori siano «più sensibili e attenti al tema della sostenibilità, capaci di creare relazioni di buon vicinato e di mettere in pratica tutti quegli accorgimenti virtuosi che portano a ridurre tanto le forme di ingiustizia sociale», citando quale buona pratica quella impiegata dall'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero nella coltivazione dei suoi terreni. E, ancora: la diffusione delle "Comunità Laudato Si'", spazi di dialogo sul tema della sostenibilità, dopo Follina ora anche a Vittorio Veneto. «È significativo cioè che oltre a proteste che spesso si concludono con uno sterile innalzamento di toni, stia crescendo una "cultura della cura" e, insieme, una "cura della cultura"» sottolinea. Infine lo sforzo dei consorzi di tutela vitivinicoli «per sensibilizzare i propri associati a perseguire metodi meno impattanti dal punto di vista ambientale» e il nascente "Biodistretto" promosso da amministrazioni comunali, consorzi e portatori di interesse dell'area collinare. «È certamente sottolinea a riguardo Pizziolo - un segnale positivo che evidenzia ancor più la "grande meta" della coltivazione biologica».
 

Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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