Donne vittime di violenza, accessi al pronto soccorso aumentati del 51% in due anni

Il protocollo attivato dall’azienda garantisce la massima assistenza sanitaria e un’adeguata protezione alle pazienti

Lunedì 13 Maggio 2024 di Nicola Astolfi
Donne vittime di violenza, accessi al pronto soccorso aumentati del 51% in due anni

ROVIGO - A Rovigo gli accessi di donne in Pronto soccorso con indicazione di violenza sono aumentati del 51% tra il 2021 (39 casi con 2 ricoveri) e il 2023 (59 vittime, 4 ricoverate). Spesso, infatti, i Pronto soccorso sono i primi luoghi a seguire le vittime di violenza. E così nella formazione del personale occorre saper interpretare eventuali necessità mal espresse di protezione, instaurando un rapporto fiduciario con la vittima, per garantire la massima assistenza sanitaria e un'adeguata protezione. 
 

GLI OBIETTIVI 
Sono questi gli obiettivi del nuovo protocollo dell'azienda Ulss 5 polesana per la gestione delle pazienti vittime di violenza. Presentato in settimana dal direttore del Pronto soccorso di Rovigo, Maria Adelina Ricciardelli, il protocollo aveva già una sua versione in uso, ora ampliata, completata e a disposizione di tutto il personale sanitario interno che si trovi coinvolto in questo percorso di presa in carico. «Quando una donna arriva al Pronto soccorso dichiarando di aver subito violenza, o con lesioni compatibili con atti violenti, verrà prestata la dovuta attenzione e assistenza. Il personale medico e infermieristico è stato formato nel tempo anche con corsi istituiti a livello regionale, al fine di comprendere l'entità del problema e acquisire la metodologia di approccio», spiega la dottoressa Ricciardelli. All'arrivo in Pronto soccorso, il protocollo prevede che gli operatori sanitari accolgano la vittima e, con la registrazione al Triage d'accesso, attribuiscano il codice relativo alla sintomatologia dichiarata, o in base all'evidenza delle lesioni riportate. 
 

LINEE GUIDA 
Le linee guida prevedono anche di attivare, se necessario, il mediatore culturale e di effettuare la valutazione medica in ambulatorio dedicato, mantenendo la riservatezza, con raccolta dei dati anamnestici e descrizione dettagliata dell'esame obiettivo.

Dopo la diagnosi e il trattamento delle lesioni riportate, il secondo livello del protocollo è formulare prognosi ed eventuale denuncia all'autorità giudiziaria, informando e illustrando alla vittima il programma di tutti i sistemi di protezione. Il protocollo indica poi nelle linee guida il coinvolgimento delle strutture assistenziali, in particolare il Centro antiviolenza provinciale di Rovigo. Inoltre, qualora la vittima non sia sola nell'accesso al Pronto soccorso e abbia con sé figli minorenni, il personale se ne prende cura e attiva gli adeguati procedimenti anche per la loro tutela. «Attraverso la rete territoriale costituita - commenta il direttore generale dell'Ulss 5 polesana, Pietro Girardi - questo protocollo intende promuovere strategie operative, condivise per realizzare interventi di prevenzione e contrasto ai fenomeni di violenza nei confronti delle donne. Il nostro obiettivo è individuare le più idonee ed efficaci metodologie di intervento da adottare da parte dei soggetti coinvolti, ciascuno secondo le rispettive priorità, professionalità e ambiti di competenza. Ringrazio la dottoressa Ricciardelli per il lavoro fatto a beneficio di tutta la comunità. L'Ulss 5 è sempre al fianco delle donne».

Ultimo aggiornamento: 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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