Adria. Il georadar cerca tracce dell'antico anfiteatro romano. Le ricerche nell'area verde di via Chieppara

Sabato la Sovrintendenza condurrà rilievi con l’apparecchio per riscoprire le antiche vestigia della città romana

Martedì 5 Marzo 2024 di Guido Fraccon
La tomba della biga esposta al Museo nazionale archeologico di Adria

ADRIAArcheologi a caccia delle antiche vestigia della città romana, in particolare dei resti dell'anfiteatro. La Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza effettuerà sabato 9 marzo, dalle 7 alle 13, dei rilievi con il georadar sulle tracce dell'antico manufatto ubicato nell'area verde di via Chieppara, in prossimità del Canalbianco. Nella circostanza, per permettere l'espletamento dell’attività, parte del piazzale degli Eroi Civili sarà liberata dalle auto in sosta. Nel prato, infatti, nei pressi di ponte Chieppara, si trovano, diversi metri sotto terra, i resti dell'anfiteatro riportati alla luce circa 25 anni orsono durante alcuni scavi di emergenza.

Durante quella operazione, furono rinvenute solo le fondazioni. Gli alzati, completamente spogliati nel Medioevo, erano invece in muratura piena, formata da laterizi. La costruzione, che si estenderebbe in parte in area privata ed in parte in area comunale, i vincoli archeologici sono stati formalizzati nel 2018, da una prima analisi risalirebbe al primo secolo dopo Cristo. Fu realizzata all’esterno delle mura meridionali dell'antica Adria, non lontana dal tracciato di quella che era la via Popilia.


“PERCORSO ARCHEOLOGICO"
Sul percorso è presente l'area di sosta con gazebo di Artessura. Nei pressi anche dei pannelli, parte integrante del progetto ciclo-turistico "Adria, percorso archeologico" che, partendo dall'ostello di Amolara, attraversa tutta la città, arrivando al Museo archeologico nazionale; l’itinerario illustrato è stato inaugurato in occasione di una delle tante iniziative legate alla valorizzazione della via Annia. Due pannelli, cronologicamente il quarto ed il quinto, secondo la scaletta del percorso, installati in via Volontari della Croce Verde, poco distante dal luogo dove saranno espletate le indagini storiche, narrano le scoperte dell'anfiteatro e delle necropoli del Canalbianco. Gli altri sono ubicati in diversi luoghi della città. Il primo in via Amendola, si riferisce alla necropoli etrusca e romana di località Ca' Cima. Il secondo e il terzo sono rintracciabili in via San Francesco e si riferiscono agli scavi in zona, alla cinta muraria della città, alla via Popillia e alla città in epoca romana. Il sesto, ubicato in via Nazario Sauro, si riferisce invece al teatro e al tempietto romano. Il percorso tocca poi via Angeli e le scoperte nell'area del museo, piazzale degli Etruschi, con i ritrovamenti ne

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PADIGLIONE MAI REALIZZATO
Era legato a questo percorso, in una logica turistica e di visita del territorio, il progetto, mai decollato, del padiglione archeologico di Ca' Cima. In questo luogo era stata avanzata l'ipotesi di progettare un padiglione espositivo che contenesse i reperti originali di due gruppi di tombe etrusche provenienti dagli scavi in loco. La disposizione planimetrica delle sepolture, così come rinvenute, avrebbe fatto assumere alla struttura una forma allungata verso est-ovest, con due grandi aperture: ad est l'ingresso e ad ovest l'inquadramento prospettico del parco e del verde. Esternamente il padiglione avrebbe dovuto essere rivestito di lastre di acciaio a conferire alla struttura un colore grave e scuro, come la terra, formando l'immagine di un oggetto emerso dalla terra. Il costo complessivo dell'operazione si sarebbe dovuto aggirare sul milione e 300mila euro.

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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