Adria. La torre dell'acquedotto ora si può recuperare: stanziato mezzo milione e via libera per il progetto di restauro

Il Comune dovrà curare l'intervento per la valorizzazione

Lunedì 3 Luglio 2023 di Guido Fraccon
La torre dell'acquedotto

ADRIA (ROVIGO) - La torre dell'acquedotto è pronta a trasformarsi in uno dei nuovi simboli della comunità del Groto. Palazzo Tassoni cerca un progettista che, a fronte di un compenso stimato di complessivi 138mila euro, rediga il progetto per il restauro del manufatto presente nel giardino del museo archeologico nazionale.

Il professionista inoltre dovrà assumere il coordinamento dei lavori per quanto riguarda l'intervento di verifica del rischio sismico e la riduzione delle vulnerabilità del manufatto.

L'OBIETTIVO

«Tra le finalità strategiche dell'amministrazione comunale - si legge nel documento - rientrano la promozione, la programmazione e realizzazione di iniziative ed attività culturali e sociali, nonché la valorizzazione delle risorse culturali e turistiche della città di Adria. All'interno dell'area recintata posta nel parco del museo archeologico nazionale, in via Angeli, si trova una torre piezometrica risalente al 1912, appartenente al patrimonio comunale. La torre presenta caratteristiche tipologiche e formali tipiche dei primi del Novecento. La struttura è stata realizzata modellando il calcestruzzo armato con maestria, ottenendo una stretta relazione tra funzioni e forme».

L'ACCORDO

L'operazione fa seguito all'accordo di programma sottoscritto tra la Soprintendenza e palazzo Tassoni per il restauro della torre. Il Ministero della cultura infatti mesi fa ha assegnato alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per Verona, Rovigo e Vicenza, 500mila euro per la messa in sicurezza della vecchia torre dell'acquedotto. Il Comune di Adria, in virtù dell'accordo, svolgerà la funzione di stazione appaltante e come tale, dovrà provvedere alla gestione amministrativa dell'intervento, alle procedure di affidamento e allo svolgimento delle attività necessarie alla progettazione e l'esecuzione degli interventi. Il progetto comunque dovrà rispettare le eventuali prescrizioni dettate dal Ministero della cultura.

LA VALORIZZAZIONE

Collocata all'interno del parco del struttura museale, la torre piezometrica dismessa attorno agli anni 1970 nelle intenzioni dell'amministrazione comunale dovrebbe essere al centro non solo di un progetto di restauro e riqualificazione ma anche di una sua successiva valorizzazione come esempio di archeologia industriale. La torre è la testimonianza della prima rete di acque pubbliche realizzata nel territorio polesano, tra Adria e Rovigo nei primi anni del 900. Il manufatto in calcestruzzo armato, modellato con misurata maestria che rappresenta una delle prime testimonianza di questa tecnica costruttiva in Polesine, ad oggi rappresenterebbe un patrimonio di valore significativo per amministrazione comunale. il condizionale è d'obbligo dal momento che il centrodestra, quando era all'opposizione, non aveva visto di buon occhio la progettualità.

L'area su cui sorge il vecchio acquedotto è nota per l'importanza dei rinvenimenti archeologici, scavi regolari effettuati da Francesco Antonio Bocchi nel 1878-79, cui sono seguiti gli scavi Scarpari del 1936-39 e del 1954-55 e da ultimo del 2003, in occasione dell'ampliamento dell'ala sud del museo. Le diverse operazioni hanno restituito resti di strutture lignee e depositi archeologici della città etrusca e romana. Per questi motivi la struttura è stata dichiarata di interesse culturale con provvedimento formale del Ministero della cultura.

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