Nuove province venete: Padova si divide,
Treviso si ribella: «Un golpe»/ Sondaggio

Giovedì 1 Novembre 2012 di Alvise Fontanella
Come cambiano le province del Veneto
VENEZIA - Padova si divide, chi vuole Venezia e chi festeggia per l’unione con la Marca. Treviso gi si vede colonizzata, periferia della citt del Santo. E invece nella notte d’Ognissanti Belluno trova - una volta tanto - qualche santo in paradiso e appende nel buzzatiano sacello in Valmorel un nuovo ex voto per la Provincia salvata dal naufragio. Una salvezza doppiamente importante: l’accorpamento con Treviso avrebbe di fatto impedito a Belluno di veder riconosciuta la propria specialità di provincia interamente montana, mentre ora vengono poste le premesse per il riconoscimento a Belluno di specifica autonomia, come prevede, con parole rimaste finora orfane di sostanza, il nuovo Statuto del Veneto.





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Ma Treviso, la provincia alla quale Belluno ha corso il rischio di venir accorpata, paga il prezzo della salvezza della montagna e si vede cancellata: accorpata a Padova, ma con Padova capoluogo. Il presidente Leonardo Muraro s’infuria: «È un golpe di un governo non eletto. Verremo rasi al suolo, diventeremo periferia: le prefetture, i vigili del fuoco, il comando dei carabinieri, la motorizzazione, tutto verrà accorpato a Padova». Scelta politica, per Muraro: «Per soddisfare le voglie di Orsoni e di Zanonato».



Eppure a Zanonato la conquista di Treviso non interessa: il suo disegno resta quello di unire Padova con Venezia in un’unica città metropolitana. Il decreto non unisce Padova a Venezia, come a Padova si attendevano, ma a Treviso, però lascia aperta la porta della città metropolitana: i sindaci dei comuni interessati hanno ben 60 giorni per decidere. E Zanonato mette loro fretta: «In due mesi dobbiamo costruire la città metropolitana». «PaTreVe? I Comuni che volevano aderire l’hanno già fatto - lo liquida la presidente della Provincia, Barbara Degani - Zanonato voleva svenderci, annetterci a Venezia, mentre con Treviso avremo pari dignità al confronto della città metropolitana di Venezia. Prenda atto, oggi c’è la PaTre: Padova sta con Treviso, punto e basta. E mi sembra una buona soluzione: in futuro, casomai, si potrebbe allargare a PaTreVi, con Vicenza».



La PaTreVi piace anche ad Antonio De Poli, portavoce dell’Udc. E Venezia? De Poli lancia la palla molto in alto: «Facciamone una città-stato, come Amburgo, con assetti e risorse speciali». I bellunesi, intanto, festeggiano. «La specificità bellunese è stata pienamente riconosciuta» esulta il capogruppo Pdl in Regione, il feltrino Dario Bond. Un lavoro di squadra, in cui un ruolo chiave è stato svolto dal deputato bellunese Gianclaudio Bressa, del Pd. «Una pagina indimenticabile - commenta il consigliere regionale Sergio Reolon (Pd) - ora Giunta e Consiglio regionale provvedano ad attuare l’articolo 15 dello Statuto veneto, assegnando alla provincia di Belluno competenze e risorse».



«Non ha senso applaudire per Belluno salvata se poi il governo manda in malora il resto - contesta Francesca Zaccariotto (Lega), presidente della provincia di Venezia - c’è un assoluto disprezzo dei territori». Della stessa opinione Roberto Ciambetti (Lega), assessore regionale: «Il governo ci ha fatto perdere tempo in una maratona istituzionale quando tutto era già stato deciso». Ciambetti vede problematico l’accorpamento Padova-Treviso e Verona-Rovigo: «Come si fa a gestire la rete stradale da Marcesine a Porto Viro o da Vittorio Veneto a Boara Pisani?».



Accuse che vengono ribaltate da Andrea Martella (Pd), che ricorda la decisione di non decidere del Consiglio Regionale: «Per il Veneto, a dispetto delle resistenze al cambiamento di Zaia e della sua compagine, arroccati sullo status quo e impermeabili ad ogni innovazione, il governo ha assunto una decisione lungimirante, che apre una strada nuova: con l’accorpamento Padova-Treviso si facilita l’istituzione dell’area metropolitana PaTreVe, che esiste nei fatti prima che sulla carta».



Flavio Tosi è a denti stretti: «Prendiamo atto della decisione del governo e speriamo che questa si in linea con la volontà della Regione di riconoscere due aree metropolitane, una ad Est e una ad Ovest»: cioè Verona, di cui però nel decreto del governo non v’è la minima traccia.
Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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