Comunali Veneto, ultimatum della Lega a FdI: «Intese entro venerdì o corriamo da soli»

Domenica 3 Marzo 2024 di Alda Vanzan
Da sinistra Francesco Calzavara, Rosanna Conte, Luca Zaia, Massimo Bitonci, Giorgia Andreuzza, Sergio Vallotto

VENEZIA - Ultimatum della Lega a Fratelli d’Italia: o nelle prossime centoventi ore si definiscono le candidature per i Comuni veneti che l’8 e il 9 giugno andranno al voto, oppure, come si usa dire nelle situazioni di emergenza, ognuno per sé e Dio per tutti.

Perché fra tre mesi si vota, fra due mesi scade il termine per presentare le liste e la recentissima esperienza della Sardegna insegna che bisogna muoversi per tempo, scegliere il candidato giusto, darsi da fare per presentarsi alla cittadinanza. Questo pensa la Lega che infatti è arrivata a lanciare un ultimatum agli alleati di Fratelli d’Italia. L’occasione è stata la festa organizzata venerdì sera a Caorle per il “Cao de’ Ano”, il capodanno veneto, cui hanno partecipato anche il governatore Luca Zaia, il sottosegretario Massimo Bitonci e il segretario veneto Alberto Stefani. Che, appunto, ha cominciato a contare le ore per chiudere le trattative. Concetto ribadito ieri: «A partire dall'8 marzo - ha detto Stefani - presenteremo i nostri candidati sindaci, in coalizione o non, eventualmente ci accorderemo al secondo turno lì dove divisi. Serve il tempo necessario per spiegare ai cittadini qual è il nostro progetto di città e far conoscere i nostri candidati, anche consiglieri». Quindi, o entro venerdì prossimo si trova una quadra, oppure la Lega correrà da sola nei 22 Comuni del Veneto potenzialmente chiamati al ballottaggio per i quali ancora non si è trovata un’intesa. Mera strategia o reale minaccia?


I NOMI
Comunque sia, la Lega si è stancata dei continui rinvii. All’ultima riunione del tavolo veneto, martedì scorso, Fratelli d’Italia ha comunicato che di Rovigo, unico capoluogo di provincia interessato dalla prossima tornata elettorale, si occuperanno le segreterie nazionali, mentre Bassano del Grappa sarà affare delle segreterie provinciali. La Lega era disponibile ad appoggiare un candidato sindaco di FdI a Rovigo (tanti i nomi circolati: il presidente dell’Ordine dei medici Francesco Noce, l’ex prefetto Enrico Caterino, l’ex vicesindaco Ezio Conchi), a patto di avere un leghista (Nicola Finco) a Bassano. Non solo: La Lega è convinta di avere chiuso le trattative a Preganziol (Dino Vecchiato) e a Vittorio Veneto (l’attuale vicesindaco Gianluca Posocco), ma i Fratelli trevigiani non ci sentono e dicono che nulla è deciso. Nel frattempo il centrodestra si è ufficialmente spaccato a Monselice dove la Lega ricandida Giorgia Bedin. E pure a Noale dove è nato il nucleo di un laboratorio che potrebbe portare anche alle prossime Regionali: l’intesa con Azione che in paese punta su Stefano Sorino.


LABORATORI
A proposito di laboratori, se il dialogo della Lega con il partito di Carlo Calenda in Veneto è agevolato da una convergenza generazionale e talvolta da una comune estrazione politica (il segretario regionale di Azione, Carlo Pasqualetto, oggi consigliere comunale a Padova eletto nella lista di Sergio Giordani, in passato era tra le fila del Pdl), c’è chi non esclude intese anche con la sinistra. «Non essendo un uomo né di destra né di sinistra, ma leghista - anzi, lighista - non ho difficoltà a dialogare con nessuno», ha detto l’assessore veneto Roberto Marcato parlando delle prossime Regionali e dell’eventualità che FdI reclami il governatore. Ma sinistra intesa come elettori o come partiti? Ossia: potrebbe profilarsi un accordo Lega-Pd? «Non mi risultano progetti di questo genere - ha detto il segretario veneto del Partito Democratico, Andrea Martella -. Sono sotto gli occhi di tutti le profonde divisioni del centrodestra che dimostrano come siamo al tramonto di un lungo ciclo politico di governo regionale. E sono convinto che il Pd saprà con il proprio progetto parlare a tanti elettori delusi di quello schieramento».


TERZO MANDATO
E, come nel gioco dell’oca, si torna alla casella iniziale: ci sarà o non ci sarà il terzo mandato per i governatori (per Zaia il quarto)? Perché le ventilate nuove alchimie dipendono soprattutto da questa variabile (che a Roma, però, nonostante il pressing della Lega, escludono). Sia Zaia che Bitonci ne hanno parlato al “Cao de’ Ano” ribadendo che la sovranità è del popolo. Intanto, come già a Caorle, anche ieri mattina, in occasione dell’inaugurazione dell’Antica Fiera di Godega, Zaia ha ribadito di avere «un anno e mezzo di lavoro davanti: ho un impegno in Regione e lo onorerò fino alla fine». Che significa, come già fatto intendere nei giorni scorsi: niente candidature alle Europee. E leader della Lega se non ci sarà il terzo mandato? «Non ci ho proprio mai pensato».
 

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