Tragedia della solitudine a Padova. Trovato privo di vita in casa, era morto da 2 settimane

Enrico Grassetto aveva 66 anni e viveva nel Ghetto

Venerdì 23 Giugno 2023 di Serena De Salvador
Trovato cadavere in appartamento

PADOVA - Sono dovuti entrare da una stretta finestra nel sottoportico di via dei Fabbri i vigili del fuoco che ieri mattina hanno fatto la macabra scoperta di un cadavere in avanzato stato di decomposizione all'interno di uno degli appartamenti del civico 20. In casa la scena era straziante. Riverso a terra c'era il corpo di Enrico Grassetto, 66enne padovano che da molti anni viveva da solo in zona Ghetto, nel cuore del centro storico. Tutto fa ritenere che a stroncarlo sia stato un malore dovuto a cause naturali, ma per almeno due settimane nessuno si è reso conto della tragedia.

Il recupero

L'allarme risulta essere stato dato dall'Ulss, che aveva in cura Grassetto da diverso tempo. L'uomo infatti aveva improvvisamente smesso di presentarsi alle visite di controllo e non aveva più dato cenni di vita, né rispondeva più al telefono o al citofono. Nella tarda mattinata di ieri in via Fabbri sono quindi arrivati i vigili del fuoco insieme ai carabinieri della stazione di Padova Prato della Valle e a un'ambulanza.

Citofonare è stato inutile e la porta dell'appartamento, al piano mezzanino, era chiusa dall'interno. A quel punto non è rimasto che entrare da una delle piccole finestre che affacciano sul portico della via. Una volta sfondato il vetro, i pompieri si sono trovati davanti l'orrore. Nell'appartamento l'aria era irrespirabile ed è stato necessario indossare l'attrezzatura apposita per farsi largo all'interno. Dentro, accasciato a terra, c'era il cadavere del proprietario di casa.

La ricostruzione

Sul posto è stato richiesto l'intervento del medico legale. Secondo i primi riscontri esterni sul corpo si è subito propeso per una morte naturale, causata con tutta probabilità da un malore. In casa non sono stati trovati segni di effrazione, né della possibile presenza di altre persone, ed è quindi stata esclusa la responsabilità di terzi. Quella di Enrico Grassetto ha tutti i contorni dell'ennesima tragedia della solitudine. Secondo i primi accertamenti infatti il 66enne era morto da non meno di dieci giorni, più probabilmente da un paio di settimane, come ha evidenziato l'avanzato stato di decomposizione aggravato dal grande caldo degli ultimi giorni. Due settimane durante le quali nessuno si è reso conto che l'uomo era morto dentro la sua casa, ad appena una decina di metri dalla frequentatissima piazza delle Erbe, nel quartiere più centrale della città. Grassetto non era sposato, non aveva figli né parenti prossimi a Padova. I vicini di casa lo conoscevano di vista, scambiavano un saluto per le scale, ma da qualche anno, da quando aveva cominciato a patire pesantissimi problemi di salute, l'uomo conduceva una vita estremamente ritirata. Si attende ora di sapere se sulla salma il pubblico ministero di turno deciderà di disporre l'autopsia. Nel frattempo i carabinieri sono impegnati nel cercare di rintracciare qualche parente che possa poi farsi carico dell'organizzazione delle esequie.

Il precedente

La tragedia di Enrico Grassetto è avvenuta a tre anni e a nemmeno cento metri di distanza dall'identico dramma che aveva visto morire Cristian Cantin, di 51 anni. Era la fine di agosto del 2019 quando i vigli del fuoco e la polizia avevano fatto accesso in un condomino di via Marsilio da Padova, che affaccia su piazza della Frutta. Da diversi giorni i condomini lamentavano di sentire un forte odore per le scale, tanto che una donna aveva allertato l'amministratore per richiedere il sopralluogo di una ditta specializzata. Era però periodo di ferie e per di più il fine settimana, quindi il sopralluogo aveva tardato di qualche giorno. Il lunedì la donna, esasperata, aveva chiamato la polizia. Sfondata la porta, ecco pararsi davanti ai vigili del fuoco la macabra visione del cadavere. Il corpo di Cantin era riverso sul divano, in uno stato di decomposizione tanto avanzato che per avere certezza della sua identificazione erano servite alcune ore. L'uomo viveva a Padova da solo e non aveva contatti con il padre da oltre vent'anni.

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