La storia segreta di Giotto e dell'età dell'oro di Padova: il nuovo libro di Strukul e Gorgi

È uscito in questi giorni "Padova segreta di Giotto. Dai misteri della Cappella degli Scrovegni al racconto dell'età dell'oro padovana" (Newton Compton Editori)

Sabato 23 Settembre 2023 di Nicoletta Cozza
Strukul e Gorgi

PADOVA - Un affresco narrativo. Con l'impianto didascalico, ma rigoroso, dei volumi già dati alle stampe da lei. E una parte romanzesca con le vicende delle dinastie dell'epoca, come i bestseller storici scritti da lui. Il risultato è un saggio divulgativo, che i due autori hanno dedicato alla loro città. È uscito in questi giorni, infatti, il libro "Padova segreta di Giotto. Dai misteri della Cappella degli Scrovegni al racconto dell'età dell'oro padovana" (Newton Compton Editori), firmato da Matteo Strukul e dalla moglie Silvia Gorgi, i quali sono partiti dalla ricerca effettuata per curare la sceneggiatura del documentario "Urbs Picta. Giotto e il sogno del Rinascimento", dedicato ai cicli trecenteschi padovani, che debutterà nelle sale cinematografiche il 6 novembre. Due guide d'eccezione, quindi, accompagnano il lettore in un "viaggio" di 250 pagine, che propone le storie dei personaggi e dei luoghi più celebri di quella incredibile stagione artistico-letteraria: da Giotto, che nella Cappella degli Scrovegni realizza lo straordinario ciclo affrescato, alle grandi commissioni della famiglia da Carrara, dagli intrighi politici ai soggiorni di Petrarca e successivamente di Donatello, che foggia il Gattamelata, il suo capolavoro assoluto. La narrazione restituisce al meglio la grandezza della Padova prerinascimentale, sottolineandone fascino e magia tuttora intatti, come ha decretato l'Unesco.

Gli autori

Nell'opera scritta a quattro mani, dunque, c'è l'approfondimento dedicato all'Urbs Picta, ma non solo. «Parliamo del Trecento - spiega Silvia Gorgi, che ha scattato anche le foto in bianco nero del volume -, ma pure delle alleanze, delle famiglie, del nuovo clima culturale che si respirava qui, dove il pre-umanesimo era presente, ed è stato fondamentale per portare in città Petrarca, Giotto e tanti altri grandi artisti e per far sì che Padova sia considerata oggi una sorta di Firenze del Trecento, cioè una città al centro del pensiero».
«Siamo partiti prima della pandemia con la sceneggiatura - aggiunge Strukul - ma poi con il concretizzarsi del set abbiamo passato tre settimane nei luoghi dell'Urbs ed è stato emozionante entrare di notte per esempio agli Scrovegni, nel Battistero del Duomo, o nella Basilica del Santo. In quel momento, quindi, abbiamo pensato di dedicare un volume a questi siti magici. Certo il rapporto da Padova e Firenze è ben evidenziato da una serie di elementi. Giotto proviene da lì perchè lavorava da Cimabue, poi c'è Dante che sicuramente lo conosceva visto che era passato per il Veneto dopo la Romagna, quindi arriva Petrarca, nel 1433 sempre qui viene esiliato Cosimo de Medici e infine c'è anche la presenza di Donatello. In aggiunta va ricordato che entrambe le città erano guelfe e spesso si sono trovate alleate. A Padova c'era questa attenzione proto-rinascimentale alla committenza, ben prima dei Medici e degli Strozzi a Firenze, e nel contempo al Bo si iscrivono alcuni studenti fiorentini, tra cui Leon Battista Alberti. Tutto ciò ci ha portato a ritenere importante ribadire il rapporto storico tra il capoluogo gigliato e quello patavino, configurando la nostra come città anticipatrice del Rinascimento, tesi sia del libro che del documentario. Artisti come Guariento d'Arpo e Giusto de' Menabuoi avevano tale idea perché la loro pittura anticipa quella dei fiorentini e dei toscani. Questo è l'approccio nuovo del racconto che amplia la prospettiva, in quanto senza Padova a Firenze il Rinascimento non ci sarebbe mai stato.

Per l'evoluzione artistica diventa meno "provinciale" di quello che potrebbe sembrare, proprio per il ruolo che nel Trecento gioca nella storia e nell'arte, in riferimento alla città capitale cultura che sarà appunto Firenze».

Le curiosità

Suggestioni, emozioni, magie. Quello che ha colpito di più Silvia Gorgi durante i sopralluoghi notturni è stato essere all'interno della Basilica del Santo completamente vuota, senza nessuno davanti alla tomba del Taumaturgo, mentre per Strukul entrare all'imbrunire agli Scrovegni e trovarsi davanti il Giudizio Universale giottesco è stato un momento indimenticabile. «In questo saggio divulgativo - dicono gli autori - ci sono delle pagine che abbiamo cercato di rendere narrative, ma c'è anche per esempio il racconto della dinastia dei Carraresi e dei Lupi di Soragna, e poi della battaglia di Castagnaro, oltre a intrighi, assassinii all'interno delle famiglie, tradimenti ed è questa la parte più romanzesca. Ci siamo soffermati pure sulle committenti, perché a Padova si verificò il caso più unico che raro appunto di almeno tre committenze femminili». 

Ultimo aggiornamento: 14:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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