Abano. Esplosione all'osteria, la svolta: si indaga per strage. Qualcuno ha aperto la bombola del gas di proposito

La Procura ha ordinato il sequestro delle telecamere interne al locale per capire chi sia l'attentatore

Giovedì 18 Maggio 2023 di Marco Aldighieri
Esplosione all'osteria, si indaga per strage

ABANO (PADOVA) - L’esplosione all’interno dell’osteria “Cacio e Pepe” di via Previtali ad Abano è stata dolosa. Qualcuno ha aperto la valvola di una bombola di gas Gpl stoccata nel magazzino in uso al locale, con l’unico obiettivo di provocare una deflagrazione. Il pubblico ministero Andrea Zito, titolare delle indagini, aveva avviato un fascicolo contestando il crollo di costruzione. Ma una volta ricevuta la relazione da parte dei vigili del fuoco ha modificato il reato in strage al momento contro ignoti. Il movente è ancora avvolto nel mistero. I carabinieri stanno battendo diverse piste per capire chi può avere voluto distruggere il ristorante e soprattutto perchè.

L'esplosione

L’esplosione si è registrata intorno alle 9 del mattino di mercoledì 19 aprile.

All’osteria, qualche istante prima della deflagrazione, si era recata Nicoletta Carmen Dima un’amica dei proprietari Alessandro e Roberto Peia. La sera prima aveva cenato nella trattoria e si era dimenticata il portafogli così, dopo avere chiesto le chiavi ai titolari, è tornata per riprenderselo. Ma una volta entrata da una porta sul retro ha sentito un sibilo e un forte odore di gas. Subito ha chiamato Alessandro al telefono cellulare e lui le ha detto di uscire. Poco dopo il botto. La donna è stata investita dall’onda d’urto, ma non ha riportato ferite. È stata anche visitata dai paramedici del Suem 118. In via Previtali sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia locale.

Le indagini

Gli uomini dell’Arma e i pompieri, alcuni giorni dopo l’esplosione, hanno appurato cosa ha provocato il tremendo botto dall’effetto di una bomba. Qualcuno, poco prima delle sette del mattino di quel mercoledì, ha aperto la valvola di una bombola Gpl custodita nel magazzino dell’osteria. In un paio d’ore il gas ha saturato i locali ed è bastato il motore caldo del frigorifero ad innescare la deflagrazione. In una immagine ripresa da una telecamera esterna della videosorveglianza, si vede l’amica dei proprietari uscire dal ristorante un secondo prima della terribile esplosione. È salva per miracolo. Ma gli occhi elettronici posizionati sulla strada non hanno risolto il mistero: gli inquirenti non sono riusciti a capire chi poteva esserci all’interno del “Cacio e Pepe” quella mattina presto. Così la Procura ha ordinato il sequestro delle immagini registrate dalle videocamere installate all’interno della trattoria. I frame saranno analizzati dal perito informatico forense Luigi Nicotera. In quei filmati potrebbe essere stato immortalato l’attentatore. I carabinieri, nei giorni scorsi, hanno sentito gli inquilini dello stabile dove è avvenuta la deflagrazione e anche i proprietari della trattoria di via Previtali. Ma nessuno ha visto o sentito qualcosa di utile alle indagini. Secondo i primi accertamenti da parte degli inquirenti, i titolari dell’osteria non avevano contratto debiti. Anzi gli affari andavano a gonfie vele. Difficile dunque ipotizzare una frode assicurativa, perchè non c’erano problemi di soldi. Gli uomini dell’Arma, in queste ore, stanno vagliando tutte le piste possibili, ma la risoluzione del giallo è nascosta in quelle immagini registrate dalle telecamere del “Cacio e Pepe”. 

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Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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