Diga del Vanoi, via libera dal Consiglio regionale: respinta la mozione dell'opposizione

Mercoledì 10 Aprile 2024 di Federica Fant
Il Vanoi

LAMON - La maggioranza del Consiglio regionale è a favore dell'invaso del Vanoi ai confini tra Trento e Belluno in territorio di Lamon.

Lo si evince dal voto della mozione di ieri pomeriggio, quando verso le 18.30 a Palazzo Ferro Fini sono stati 26 i consiglieri che hanno votato in modo contrario (opponendosi alla diga) e solo 9 i favorevoli.

BELLUNESI AL VOTO
Se Forza Italia a Belluno si era detto contrario alla diga, «i consiglieri regionali hanno raccontato un'altra storia. Si è invece conosciuta solo ieri, in modo chiaro, la posizione di Fratelli d'Italia e della Lega di Belluno. L'assessore Bottacin e il presidente Zaia non c'erano», rimarca il segretario provinciale del Pd, Alessandro Del Bianco. Tra i contrari a ripensare al progetto infatti, c'erano anche i consiglieri regionali leghisti del Bellunese: Silvia Cestaro e Giovanni Puppato. Erano assenti il governatore Luca Zaia e l'assessore regionale bellunese, Gianpaolo Bottacin, impegnato con i docenti Marani e Borga dell'Università di Padova, che gli hanno presentato il loro ultimo studio sui cambiamenti climatici. Sulle mozioni decidono esclusivamente i consiglieri.

PARTITO DEMOCRATICO
E pensare che il Partito democratico aveva tentato la «strada di una mediazione per fare in modo che almeno la Regione Veneto rinunciasse alla priorità massima dell'opera del Vanoi», ha spiegato Del Bianco (Pd)mostrando un documento del 2023 (firmato dal presidente Zaia) in cui non solo si legge che il Governo ha inserito, su richiesta di Palazzo Balbi, la massima priorità ma si legge che l'opera potrebbe venire costruita in 900 giorni, poco più di due anni. La mozione è stata presentata dalla consigliera Pd, Cristina Guarda, «per una nuova valutazione sull'opportunità di procedere al serbatoio del Vanoi», sottolineando il voto contrario della Provincia di Trento e il percorso condiviso con i comuni del Bellunese ricordando la storia del Vanoi che già a «partire dal 1922 registra problemi idrogeologici», tanto che la Sade negli anni 60 procederà sul Vajont, ma negli anni '50 rinunciò al Vanoi. Ha quindi preso la parola il consigliere Andrea Zanoni, ancora Pd, che ha sottolineato come «il progetto sia stato calato dall'alto ai territori, un'opera che risponde a logiche del 900: grandi opere che prevedono lavori impattanti, ma che non danno risposte necessarie».

LA LEGA
A questo punto il consigliere Giuseppe Pan (Lega Salvini) ha invece ricordato che il «Consorzio di bonifica del Brenta è stato già finanziato per iniziare uno studio su questa opera, che riteniamo importante», ha affermato per la Lega. «L'opera in progetto tratterebbe circa 33 milioni di metri cubi d'acqua, noi sosteniamo che sia un'opera importante in un momento di criticità climatica perché comporterebbe un miglioramento di sicurezza idraulica accumulo di una risorsa idrica tramite sistemi irrigui per le culture agrarie della pianura veneta. Ricordo che nell'acquifero del Brenta pescano tutti gli acquedotti della nostra regione, ultimamente anche quelli della provincia di Vicenza. Una diga che produrrebbe energia elettrica», il consigliere Pan ha concluso con il rimarcare «l'importanza di dare acqua alle nostre popolazioni venete». Quindi la bellunese Silvia Cestaro (Lega) che per prima cosa ha sottolineato come «la stampa non ha aiutato moltissimo, con notizie sbagliate, amplificate», riferendosi probabilmente agli atti ufficiali (delibere, decreti ministeriali) che, di volta in volta, il Pd bellunese sottoponeva ai cronisti. «In realtà la questione nasce nel 2020, quando c'era da redigere i progetti del Pnrr. La Regione ha fatto i suoi compiti a casa, dando un elenco in mano al ministro Pattuanelli e questo ministero ha pensato di valutare come ammissibile uno studio e ha dato incarico al Consorzio di bonifica del Brenta di redigere un progetto definitivo le parole della Cestaro -. Solo quando avremo quelle indagini tecniche e scientifiche potremo aprire i così detti tavoli di lavoro e i tavoli pubblici. Non è un obbligo fare l'invaso , è un elenco di priorità utile. In questo momento non ci sono le condizioni per dire: la facciamo o non la facciamo».
 

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