Putin, i "nemici" morti misteriosamente: la lunga scia da Nemtsov e Politkovskaya sino a Navalny

Giornalisti, dissidenti, ex spie: una lunga scia di sangue

Venerdì 16 Febbraio 2024 di Raffaella Troili
Putin, i "nemici" morti: la lunga scia da Nemtsov e Politkovskaya a Prigozhin sino a Navalny

Una lunga scia di morti sospette, quella degli oppositori politici di Putin. L'ultimo Alexey Navalny,  il dissidente russo deceduto nel carcere siberiano dove era detenuto. L'elenco degli arresti e degli omicidi è fitto.  Un dossier vero e proprio snocciolano i nemici, che Putini ha sempre smentito e liquidato come "fantasie", coincidenze. A cominciare dalla morte della deputata di opposizione Galina Starovoitova uccisa nel novembre 1998 nel suo appartamento a San Pietroburgo (5 mesi prima Vladimir Putin era stato nominato capo degli 007 del FSB (l'ex Kgb) da Boris Eltzin). Otto mesi, una volta premier, parte la sua campagna contro la Cecenia: anche qui  “strane morti” di molti giornalisti critici nei suoi confronti. A cominciare da Anna Politkovskaya, assassinata a Mosca con quattro colpi di pistola nell'ascensore della sua casa nell'ottobre 2006. Già sei anni prima altri giornalisti "scomodi" erano morti misteriosamente: Igor Domnikov, Sergey Novikov, Iskandar Khatloni, Sergey Ivanov e Adam Tepsurgayev.

Zelensky: Navalny è stato ovviamente ucciso da Putin

Navalny morto, il precedente di Yushenkov nel 2003

Indagavano, contestavano, criticavano. Nell'aprile 2003 sparano a Sergei Yushenkov mentre era in casa) nel luglio 2003 Yuri Shchekochikhin viene avvelenato, probabilmente con il thallium. I due facevano parte della “Commissione Kovalev” che indagava su due attentati-bomba per i quali si sospettava la regia del Kgb. Nell'ottobre dello stesso anno, Khodorkovsky, il magnate della Yukos, rivale politico di Putin, viene arrestato all'aeroporto di Novosibirsk e condannato per evasione fiscale. E ancora: l'anno dopo a giugno, tocca a Nikolai Girenko, attivista dei diritti umani, ucciso nella sua casa a San Pietroburgo. Il mese dopo perderà la vita Paul Klebnikov, l'editore dell'edizione russa della rivista Forbes: stava indagando su riciclaggio di denaro destinato alla ricostruzione in Cecenia con una pista che, secondo i suoi collaboratori, lo stava portando dritto dritto al Cremlino. A settembre scoppia il caso Yushchenko, il candidato antirusso alla presidenza dell'Ucraina: avvelenato dalla diossina, riuscirà miracolosamente a salvarsi.

Navalny, le altri morti sospette

Ma il 2006, anno della morte della Politkovskaya, vede altre morti sospette: quelle di Andrei Kozlov e di Alexander Litvinenko, ex spia del Kgb ucciso con del polonio nel tè in un hotel di Londra e morto dopo atroci sofferenze. Kozlov, primo vicepresidente della Banca centrale russa viene ucciso a Mosca. Anche lui come Klebninkov indaga su riciclaggio di denaro. Tre anni dopo, nel 2009, muoiono Stanslav Markelov, avvocato che si batte per i diritti umani, Anastasia Barburova, giovane studentessa in giornalismo (amica della Politkovskaya) e Natalia Estemirova, giornalista e attivista di diritti umani, rapita e uccisa a Grozny. Tante ”strane morti”, il dossier degli oppositori è ampio, passa per l'apparente suicidio in Inghilterra dell'oligarca Boris Berezovski nel marzo 2013 e per i colpi di pistola che nel febbraio 2015, a Mosca, falciano la vita di Boris Nemtsov, uno dei più duri oppositori di Putin. « Putin mi vuole morto», avrebbe denunciato poche settimane prima Nemtsov, fatto fuori presumibilmente da sicari mentre camminava su un ponte di Mosca, nonostante il 55enne di idee liberali, delle maniere eleganti e l'inglese fluente, era il più mite degli oppositori. L'ex primo ministro, certo contestava il neoimperialismo di Putin, aveva raccolto un milione di firme contro la guerra in Cecenia. Ma per trovare quello che sembra un filo rosso che attraversa i lunghi anni del governo di Putin sulla Russia, bisogna tornare indietro nel tempo.

 

Il mistero di Prigozhin

Resta un mistero anche l'esplosione in volo dell'aereo del fondatore della Wagner Prigozhin: abbattuto (secondo il Cremlino "esploso") mentre volava tra Mosca e San Pietroburgo con a bordo l'uomo che aveva osato sfidare Putin, arrivando con il suo esercito di mercenari a poca distanza dalla Capitale. Yevgney Prigozhin è morto nell'agosto scorso, due mesi prima aveva annunciato la marcia su Mosca raccogliendo consensi. Deceduto con lui, anche il suo braccio destro Dmitry Utkin. Il gruppo di mercenari Wagner si era reso protagonista di azioni militari audaci arrivando quasi alla conquista della strategica Bakhmut, tenendo sotto scacco le truppe di Kiev in più di un'occasione, ma non riuscendo a superare il confine decisivo che avrebbe portato alla capitolazione ucraina, per una questione - disse proprio Prigozhin, in un rabbioso video diffuso sui social - di risorse (munizioni, armi etc.) che il ministero della difesa russo gli avrebbe negato. Poi, la rabbiosa marcia verso Mosca, lo stop, e due mesi dopo, l'esplosione dell'aereo. Chi non è in arresto o non è morto è fuggito all'estero. Tra loro, l'ex magnate del petrolio Mikhail Khodorkovsky e il presentatore televisivo Maxim Galkin. Khodorkovsky abita a Londra dopo aver scontato 10 anni di prigione e ora finanzia progetti mediatici critici nei confronti del Cremlino. Galkin, marito dell'icona pop russa Alla Pugacheva, vive invece in Israele ed è diventato una delle voci contro l'offensiva ucraina.

Ultimo aggiornamento: 20:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA