Partire in solitaria con un camper, in compagnia solo di una fedele amica a quattro zampe e un paio di cuffie. Una ragazza sola alla scoperta del potere delle storie. È così che si realizza "SalTo in Camper, Vita Immaginaria", podcast in sei puntate in onda su RaiPlay Sound e Spotify, realizzato da Ticket to Read e nato dalla creatività di Margherita Schirmacher, una nomade radiofonica che per quasi un mese guida uno studio di registrazione su quattro ruote, dove fa salire a bordo gli ospiti. La meta finale è il "Salone Internazionale del Libro di Torino" dove la casa su ruote si trasforma in uno spazio eventi per il pubblico.
SICUREZZA
Nel mondo tante donne scelgono di vivere in furgone, facendo i lavori più disparati. Come la cantautrice Nathalie che ha trasformato il suo Hymer in uno studio di registrazione con il progetto "Carpe Diem"». L'idea di "SalTo in Camper" prende forma durante il lockdown quando a giugno 2020 realizza il primo reportage audio in diretta radio dal camper. Da lì tutto ha preso forma. «Viaggio sempre da sola precisa la 34enne conduttrice a bordo ho solo Fiore, un cane pastore bianco femmina molto buona. L'ho adottata in canile e come requisito, nelle schede, avevo scritto "un cane docile che non soffra la macchina". Mi proposero lei. Siamo al secondo anno di camper e oramai capisco che ama stare in questo spazio, prediligendo però strade dritte e con ottimo asfalto. Per il resto mi fa da guardia e soprattutto compagnia, cercando sempre di non dormire in città, ma nei dintorni». Oltre Margherita e Fiore, c'è una presenza che le segue a distanza: «Enrico Orlandi è l'unico elemento maschile: è il coproducer a cui mando le registrazioni e ne cura il montaggio e il sound design».
«In giro ho trovato molta gentilezza. Sto attenta quando dormo in zone aperte, applico una serie di accortezze come farebbe un maschio. Basti pensare che la prima persona che mi ha dato le chiavi del camper era una donna che mi noleggiò il suo: mi trasmise una grande sicurezza. Non ho mai trovato complicazioni in quanto donna». Sicurezza e consapevolezza in movimento le hanno permesso di evitare situazioni scomode anche nella staticità professionale: «Ho rifiutato delle occasioni perché ho avuto il sospetto che dietro ci fossero delle avances. È una sensazione che mi mortifica e allarma al contempo, per cui reagisco eclissandomi».