Norovirus nell'acqua in Lombardia, ecco il batterio che provoca gastroenterite con diarrea e vomito: individuato tra Brescia e Trento

Se ne sta parlando perché un’ordinanza del sindaco di Ponte di Legno (tra Brescia e Trento), ha vietato di bere l'acqua del rubinetto per via di alcuni casi di gastroenterite

Sabato 20 Aprile 2024
Norovirus, cos'è l'agente patogeno che provoca la gastroenterite

Il norovirus è un virus molto comune e contagioso. Provoca delle fastidiosissime gastroenteriti acute ed è quindi considerato un serio problema nel campo della sicurezza alimentare. È lui il responsabile di quella che chiamiamo di solito "influenza intestinale" o "virus intestinale" che ci provoca crampi alla pancia e forme di diarrea, ma anche vomito e febbre. Le infezioni causate da norovirus si manifestano soprattutto in contesti "affollati", negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole o, tipicamente, in ambienti confinati, come per esempio le navi da commercio e da crociera. Se ne sta parlando perché un’ordinanza del sindaco di Ponte di Legno (tra Brescia e Trento), ha vietato di bere l'acqua del rubinetto per via di alcuni casi di gastroenterite nella zona del Passo Tonale.

Sintomi

Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. I sintomi sono quelli comuni alle gastroenteriti, e cioè nausea, vomito, soprattutto nei bambini, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso si manifesta anche una leggera febbre. La malattia non ha solitamente conseguenze serie, e la maggior parte delle persone guarisce in 1-2 giorni senza complicazioni. Normalmente, l’unica misura è quella di assumere molti liquidi per compensare la disidratazione conseguente a vomito e diarrea.

In particolare, la disidratazione può rappresentare una complicazione più seria per i bambini, gli anziani e i soggetti con precario equilibrio metabolico o cardiocircolatorio, e può quindi richiedere una certa attenzione medica. Non esiste un trattamento specifico contro il norovirus, né un vaccino preventivo. I meccanismi di immunizzazione contro il norovirus sono poco conosciuti, e secondo i Cdc l’immunità dura solo alcuni mesi: lo stesso individuo quindi può essere infettato dal virus più volte nel corso della vita.

Contagio

Il virus, come detto, è altamente infettivo e bastano 10 particelle virali per dare vita a un’infezione. Data la loro persistenza nell’ambiente, che ne permette la replicazione e diffusione anche per due settimane dopo l’infezione iniziale, i norovirus sono difficili da controllare ed è quindi necessario applicare rigorose misure sanitarie per prevenirli e contenerli.

La trasmissione avviene direttamente da persona a persona, per via orofecale o via aerosol, oppure tramite acqua o cibo infetti, ma anche per contatto con superfici contaminate. Nella maggior parte dei casi documentati la trasmissione è avvenuta mediante il consumo di acqua o alimenti contaminati. L’alimento potrebbe essere contaminato alla fonte, da acque infette, sia nel caso di frutti di mare (in particolare ostriche) sia di verdure fresche o di frutti di bosco.

In molti casi, la contaminazione è stata attribuita alle cisterne di raccolta dell’acqua o a piscine e fontane. Sono state inoltre descritte diverse epidemie legate al consumo di alimenti contaminati da parte di un alimentarista, produttore o distributore, subito prima del consumo. Le epidemie sono spesso associate al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acqua contaminata, cibi freddi, germogli, erbe e spezie.

Evitare il contagio, come?

Ci sono degli accorgimenti per evitare di contagiarsi? Sì, sono le stesse misure che hanno emanato le stesse autoritlà sanitarie tra Lombardia e Trentino dove c'è un'epidemia di gastroenterite e quindi per arginarla in modo efficace vige il divieto di bere l'acqua del rubinetto dal 10 aprile. Servono misure igieniche nella manipolazione e distribuzione di cibi e bevande. I norovirus sono piuttosto resistenti nell’ambiente, sopravvivono a temperature sopra i 60°C e anche in presenza di cloro, normalmente utilizzato per disinfettare le acque potabili. Inoltre, rimangono nelle feci delle persone infette per almeno 72 ore dopo la guarigione. È quindi evidente che solo misure molto stringenti, a partire da un’accurata igiene personale degli addetti alla manipolazione e distribuzione dei cibi, possono prevenirne la diffusione. Vale in questo caso la serie di norme e consigli tipici della prevenzione di qualsiasi tossinfezione alimentare:

  • lavarsi le mani molto bene prima di toccare i cibi.
  • non lavorare e soprattutto non stare a contatto con il cibo quando si è indisposti, soprattutto se si è affetti da gastroenterite, e fino a tre giorni dopo la guarigione.
  • lavare e disinfettare accuratamente tutti i materiali e le superfici (dalle tovaglie e tovaglioli ai grembiuli e teli da lavoro, fino agli utensili) che possano essere venuti a contatto con una persona infetta e/o con il virus.
  • utilizzare solo cibi di provenienza certificata, soprattutto nel caso di alimenti che vengono cotti poco, come i frutti di mare o le verdure fresche.
  • eliminare tutte le scorte alimentari che potrebbero essere state contaminate da un addetto infetto e/o da altre fonti di norovirus.
  • tenere separati i soggetti che portano pannolini e pannoloni, soprattutto in asili e case di riposo, dalle aree dove viene preparato e distribuito il cibo.
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