La Nina in arrivo, rischio terremoti? Dove, quando e perché può portare eventi estremi

Martedì 16 Aprile 2024 di Alessandro Rosi
La Nina in arrivo, rischio terremoti? Dove, quando e perché può portare eventi estremi

Cambiamenti climatici nell’Oceano Pacifico che possono influenzare il tempo in tutto il mondo. Con il rischio, però, di eventi estremi: dai terremoti ai disastri naturali. Sono El Niño e La Niña. Il bambino e la bambina. Perché questi nomi? In spagnolo "Niño" è usato anche per riferirsi a “Gesù bambino”. Lo usavano nel 1600 i pescatori al largo delle coste del Sud America alla comparsa di acqua insolitamente calda. Che si verificava, appunto, proprio nel periodo vicino a Natale. Mentre la versione femminile è per indicare le condizioni opposte. Quest’anno, come registrato dall’Oceanic Niño Index (ONI), El Nino ha avuto un impatto “forte”. E ora è il tempo di La Nina. Alcune ricerche, come quella di Nature, legano queste fasi terresti a eventi estremi.

Nel corso dell'anno abbiamo assisito al terremoto di Taiwan di magnitudo 7.4 (il più forte degli ultimi 30 anni) e all'eruzione dei vulcani in Islanda.

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Cos’è la Nina?

La Niña è l’opposto di "El Nino". Se quest'ultimo è caratterizzato da temperature oceaniche insolitamente calde nel Pacifico equatoriale, la prima si distingue quando sono fredde. Perché accade? In normali condizioni gli alisei, i venti regolari, soffiano verso ovest e spingono l'acqua superficiale calda verso il Pacifico Occidentale. Quando però sono più forti del solito l’acqua calda si sposta verso l’Asia mentre al largo della costa occidentale delle Americhe resta quella fredda. Questo fenomeno, però, può avere degli impatti sulla Terra. E non di poco conto.

Qual è il rischio di terremoti? 

Essendo un fenomeno che si sviluppa nell'Oceano Pacifico, bisogna partire da questa zona. E in particolare soffermasi sull'East Pacific Rise. Cos'è? Una dorsale oceanica sul fondale a ovest dell'Isola di Pasqua. Lungo questo rialzo, le placche tettoniche si muovono di 160–170 mm all'anno. Uno degli spostamenti più rapidi al mondo. Questo è il motivo per cui l’attività sismica lungo la dorsale del Pacifico orientale è stata studiata approfonditamente per più di trent’anni. Durante questo periodo gli scienziati hanno monitorato il numero di terremoti e la quantità di energia che rilasciano.

 

Cosa è stato scoperto? Che i mesi con il maggior numero di terremoti precedono l’inizio degli eventi di El Niño o La Nina. Ciò suggerisce una relazione tra l’attività sismica e gli eventi di El Niño. "Una semplice analisi statistica suggerisce che se gli eventi sismici e gli eventi di El Niño si verificassero in modo casuale - si legge nella ricerca -, la probabilità di trovare una sequenza in cui periodi di intensa attività sismica precedono gli eventi di El Niño sarebbe 1 su 313". Attenzione. La correlazione statistica non deve essere confusa con la causalità fisica. Perché? La correlazione indica che la tempistica dei due eventi è simile ma, come sottolineato dagli scienziati, non significa che i due eventi siano collegati.

Le ipotesi

Gli scienziati hanno fornito diverse spiegazioni su come l’attività sismica possa innescare eventi di El Niño. Queste ipotesi si basano sulla relazione tra temperatura e pressione dell'aria. In generale, l’aria calda ha una pressione inferiore rispetto all’aria fredda, quindi le ipotesi cercano di spiegare come l’attività sismica lungo l’aumento del Pacifico orientale potrebbe influenzare la temperatura dell’aria.

I precedenti

Quali sono stati i peggiori disastri naturali del 2022? L'analisi compiuta dalla compagnia di assicurazione tedesca Munich Re, ha stimato che l'impatto è stato di circa 270 miliardi di dollari. Tra questi fenomeni ci sono l’uragano Ian, responsabile di oltre un terzo dei sinistri complessivi in tutto il mondo. Questo potente ciclone tropicale si è abbattuto sulla costa occidentale della Florida a settembre con una velocità del vento di quasi 250 km/h (150 mph). A questo si aggiungono le inondazioni devastanti in alcune parti dell’Asia e dell’Australia, aggravate dalla Niña e dai cambiamenti climatici.

Quando arriva?

Nella seconda metà del 2024. Questa la previsione del Climate prediction center del National weather service (Nws), l'agenzia degli Stati Uniti che si occupa delle previsioni meteo, su quando potrebbe arrivare la Nina. Ma il centro meteorologico ha anche diramato un'allerta in cui avverte che gli effetti della Niña potrebbero iniziare a farsi sentire già durante l'estate nell'emisfero boreale. Ha aggiunto, però, che è più probabile che il il fenomeno si manifesti in autunno. Secondo le stime dell'ente c'è il 55% di possibilità che la Niña si sviluppi tra giugno e agosto e il 77% che si verifichi tra settembre e novembre.

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 07:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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