Europee, Elly Schlein capolista al centro e nelle isole. Il rebus del Pd al Nord

Martedì 16 Aprile 2024 di Francesco Bechis
Europee, Elly Schlein capolista al centro e nelle isole. Il rebus del Pd al Nord

Andate, la messa è finita. Chissà se congederà così, Elly Schlein, i dirigenti Pd radunati di domenica mattina - ore dieci e trenta - per la direzione che dovrà diradare la nebbia sulle liste per le Europee.

A messa ci va davvero, la domenica mattina, quella minoranza dem che fa capo a Stefano Bonaccini e batte i pugni per avere degna rappresentanza nell'elenco delle candidature.

La quadra di Elly

In realtà, mentre il campo largo va in frantumi e volano ancora stracci con i Cinque Stelle, almeno questa matassa "Elly" dovrebbe averla districata. Se non altro le scelte più delicate nella composizione della squadra che dovrà trasferirsi a Bruxelles, fra i banchi dell'Europarlamento. La candidatura di Bonaccini, per dire, è cosa fatta: correrà capolista nel Nord-Est, il governatore emilano-romagnolo, e lo farà circondato da un drappello di fedelissimi. Altrove, ad Ovest e nel Centro, ad esempio, correranno esponenti di spicco della minoranza come Giorgio Gori e Dario Nardella.

Il rebus allora è un altro. "Elly che fa?", è la domanda che ancora rimbalza nei capannelli dei deputati romani accomodati sui divanetti del Transatlantico. Già, che fa la segretaria? Si candida, questo è certo. Questione di quando, come e dove. Niente se e niente ma: come la sua arci-avversaria Giorgia Meloni, ha deciso che scenderà in campo per rastrellare voti lungo lo Stivale e tirare la volata al partito. Il diavolo però è nei dettagli.

Lo schema

Uno schema iniziale, che a lungo ha fatto mugugnare i corridoi del Nazareno, puntava in questa direzione: cinque capolista "civici" e la segretaria, semmai, schierata in terza posizione, come vuole l'alternanza di genere obbligatoria per il voto Ue. Peccato che quello schema sia saltato. Perché metà partito - con le donne dem lancia in resta - ha detto no alle corsie facili per nomi esterni, che rischiano di render difficile la vita ai veterani, i dirigenti Pd che se la sono sudata sul territorio, in Parlamento, nei Consigli regionali, questa candidatura.

Sicché si va invece verso uno schema misto. Restano capolista alcuni nomi civici. Blindatissima Lucia Annunziata: la giornalista ex presidente Rai guiderà le truppe dem nella circoscrizione Sud. Elly, salvo colpi di scena, correrà capolista in due circoscrizioni: al centro e nelle isole. Ha dubitato, fino all'ultimo. Anche in questo accomunata alla sua nemesi politica Giorgia: la premier si è arrovellata a lungo, dicono, prima di varcare il Rubicone.

Il pressing dei fedelissimi, in fila a tirarla per la giacca - "se ti candidi prendiamo un milione di preferenze" - ha fatto la differenza. Nelle altre circoscrizioni invece Schlein resterà un passo indietro. In lista in ordine alfabetico: niente diritti di tribuna per la leader. Anche questa scelta, però, è destinata a dividere. Perché primo, terzo o quinto che sia, il nome della segretaria farà comunque man bassa di preferenze, oscurando gli altri. Specie quelli delle altre donne dem in lista, preoccupate di finire adombrare e dalle candidate civiche scelte dalla dirigenza, e dalla leader se si candiderà nella loro circoscrizione.

La riunione

Insomma, la quadra è da trovare. Appuntamento a domenica. Schlein ha infine deciso di accelerare, se non altro per liberarsi del coro che chiedeva al più presto un confronto sulle liste. Lo scatto in avanti produrrà una curiosa coincidenza.

Mentre il Pd sarà riunito nel conclave domenicale, in quelle stesse ore, si giocherà il destino della Basilicata: si voterà lo stesso giorno nella regione dove quel che resta del campo largo, almeno qui, sfiderà compatto il centrodestra e il suo governatore uscente di FI ricandidato Vito Bardi. 

Ultimo aggiornamento: 17:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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