Roma, prof palpeggia gli studenti in aula: incastrato dalle telecamere, finisce ai domiciliari

Abusi su cinque alunni. A casa del 42enne trovato materiale pedopornografico

Domenica 28 Aprile 2024 di Valeria Di Corrado e Camilla Mozzetti
Roma, prof palpeggia gli studenti in aula: incastrato dalle telecamere, finisce ai domiciliari

Le mani le ha allungate in aula, sugli alunni della sua classe.

Solo con i maschi. Tutti minorenni. In alcuni casi durante una verifica o un’interrogazione, in altri casi durante le esercitazioni in laboratorio o nel corso della correzione di un compito. Ed è per questo che un professore di chimica 42enne (natali siciliani, ma cresciuto poi in Calabria), mercoledì scorso è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Cinque i casi finora accertati e tutti a danno di ragazzi fra i 14 e i 16 anni. L’insegnante, di ruolo in un istituto professionale a Sud della Capitale, era stato denunciato lo scorso ottobre. Il genitore di uno dei suoi alunni, raccogliendo la confessione del figlio, si era rivolto ai carabinieri e da qui sono partite le indagini. A seguito di una contestuale perquisizione domiciliare a carico dell’indagato, che ha permesso ai militari del Nucleo investigativo di via In Selci di recuperare materiale pedopornografico, con la collaborazione del preside e dei vertici dell’ufficio scolastico regionale del Lazio, nell’istituto sono state disposte delle videocamere.

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Le indagini

E dalle immagini raccolte nei mesi successivi alla prima denuncia il quadro probatorio è andato via via rafforzandosi. In quelle riprese, infatti, si vedrebbe il professore toccare e palpare - durante le lezioni e le esercitazioni - altri studenti, con le stesse modalità usate con la prima vittima dalla cui denuncia è partita l’inchiesta. In alcuni frangenti le molestie fisiche si sarebbero consumate anche in presenza di altri studenti. Le vittime sono state ascoltate nel corso di audizioni protette e, tutte, hanno fornito lo stesso racconto. Che è stato rafforzato poi anche dai compagni di classe e da un altro insegnante che aveva raccolto le confessioni dei ragazzi. Così lo scorso 24 aprile i militari dell’Arma hanno dato seguito all’ordinanza del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma. L’uomo che vive da solo, senza moglie né compagna, né figli in un Comune dell’hinterland romano, non ha opposto resistenza e tanto meno ha proferito alcuna parola. Assistito dall’avvocato Pierfrancesco Bruno, già a seguito della prima denuncia avrebbe parlato con il preside, respingendo le accuse, ma provando a farsi spostare di classe. Sempre con il dirigente avrebbe minimizzato la portata di quelle accuse, provando a spiegare che a essere confusa era stata la sua empatia, il modo che aveva nell’approcciarsi ai ragazzi e all’insegnamento ma che era inopportuno restare a insegnare in una classe dalla quale era partita una denuncia chiara. Tuttavia con le indagini avviate e con l’installazione delle videocamere nell’istituto, il professore è rimasto al suo posto senza essere trasferito e senza essere sospeso. E nel corso dei mesi a seguire, diversi sono stati gli elementi aggiuntivi che hanno portato il gip ad accogliere le richieste del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e del sostituto procuratore titolare del fascicolo Barbara Trotta. Nel passato del docente non ci sono ombre o vicende di analoga gravità. L’uomo è incensurato ma i militari, appunto, nel corso della perquisizione hanno trovato file con all’interno materiale pedopornografico. Poi i nuovi episodi di presunti abusi verso altri alunni della sua classe, proprio come se la prima denuncia non l’avesse in nessun modo persuaso o fatto ragionare. Nonostante sapesse che erano state avviate delle indagini nei suoi confronti.

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I racconti

Le mani addosso ai ragazzi, stando al quadro accusatorio, le avrebbe continuate a mettere sempre e solo all’interno dell’orario scolastico, durante il servizio. Non ci sono elementi aggiuntivi come messaggi, telefonate o appuntamenti richiesti e ottenuti fuori dall’istituto. Le molestie avvenivano soltanto a scuola. Un sorriso, una parola gentile, il complimento sul buon compito svolto e la mano sulle parti intime degli studenti. Domani il professore verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Mara Mattioli. Nel frattempo il ministero dell’Istruzione, con la notifica dell’ordinanza di arresto, è stato allertato di modo che possa decidere se adottare dei provvedimenti disciplinari nei confronti del docente (che attualmente insegna ancora in quell’istituto).

Il precedente

Il caso di Roma segue, a distanza di pochi giorni, un’altra vicenda analoga consumatasi in un istituto scolastico di Ravenna. Anche qui a finire ai domiciliari è stato un professore ultracinquantenne con l’accusa di violenza sessuale sempre ai danni di un’alunna minorenne. Analoghe le tempistiche: anche a Ravenna gli abusi sarebbero iniziati nei mesi scorsi ma con modalità diverse. In questo caso la vittima è solo una, avrebbe iniziato prima a ricevere complimenti, poi messaggi e infine regali. In altre occasioni ci sarebbero state molestie sessuali: almeno tre gli episodi contestati. La studentessa alla fine non ce l'ha più fatta e ha deciso di confidarsi con la madre, per spiegarle come mai non volesse più andare a scuola. A quel punto sono scattate le indagini della Squadra Mobile.

Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 12:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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