Fausto Brizzi e Silvia Salis, nato il figlio Eugenio: ecco perché avrà il cognome della madre

«È importante dare un segnale, e con un neonato maschio abbiamo sentito che era il momento di farlo», queste le parole dei genitori

Giovedì 5 Ottobre 2023
Fausto Brizzi e Silvia Salis, nato oggi il figlio Eugenio: ecco perché avrà il cognome della madre

È nato Eugenio Salis, il figlio del regista Fausto Brizzi e della vice presidente del Coni Silvia Salis. Con un post su Instagram, la coppia ha annunciato oggi la nascita del bambino, che ha preso il cognome della madre. Una decisione presa dai genitori in comune accordo e anticipata qualche giorno fa: «È importante dare un segnale, e con un neonato maschio abbiamo sentito che era il momento di farlo».

La decisione

Sulla base della sentenza della Consulta del giugno del 2022 che ha reso illegittima l'assegnazione esclusiva del cognome del padre ai nuovi nati, la vice presidente del Coni Silvia Salis e il regista Fausto Brizzi hanno deciso di dare al figlio nato oggi il cognome materno: «La possibilità che, in presenza del riconoscimento paterno, venga utilizzato il cognome della madre è un cambiamento culturale epocale - dicono i genitori - ed è passato incredibilmente inosservato.

In una società che, in un passato remoto, etichettava come "bastardo" un bambino non riconosciuto dal padre e che, in un passato più recente, guardava con vergogna l'avere il cognome materno, perché risultato di un rifiuto o di un abbandono, questa notizia avrebbe meritato le prime pagine. Al contrario, crediamo che crescere un figlio da sola fosse da eroina soprattutto in un paese che non ti aiutava certo. E riteniamo inoltre che sia sempre stata una profonda ingiustizia il senso di rifiuto che hanno subito milioni di figlie femmine nella storia per non essere in grado di portare avanti il "cognome di famiglia" e il senso di impotenza di tante madri per non essere riuscite a concepire un erede maschio».

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Per la coppia «è importante dare un segnale, e con un neonato maschio abbiamo sentito che era il momento di farlo perché viviamo in un paese dove ogni giorno le cronache ci raccontano di uomini che continuano a credere le donne e i figli una loro "proprietà", disponendone a loro piacimento. La pena è necessaria in questi casi, ma è di un cambiamento culturale che abbiamo bisogno. Un maschio che capisce fin da bambino che nella sua famiglia vige la parità assoluta, non diventerà uno degli uomini di cui sopra».

Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 17:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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