«Mio figlio sta morendo e non posso assisterlo di notte».
Accade nell'hospice "Casa delle Farfalle" all'interno dell'ex struttura ospedaliera di Isola del Liri dove Francesco, 41 anni, è stato riportato in città dopo esser stato ricoverato al Gemelli di Roma dall'11 gennaio scorso, quando si sottopose a degli esami e scoprì la malattia: «Vogliamo stare vicino Francesco perché è vigile - l'appello dei familiari - cosciente, capisce tutto ed ora è fragile, ha paura».
Parla sua sorella Paola stremata da questi mesi frenetici e senza via d'uscita: «Sono nella sua stanza in questo momento - parla sottovoce per non svegliare Francesco che sta dormendo - non voglio che mi senta. Siamo arrivati qui all'Hospice domenica pomeriggio (n.d.r. 10 marzo). Mia madre ha chiesto al personale di rimanere la notte a cavallo del lunedì, ma le è stato subito spiegato che alle 19 avrebbe dovuto lasciare la struttura, perché da regolamento non è possibile rimanere oltre l'orario stabilito. Ma come? Stavamo a Roma lontano da casa, abbiamo pensato lo avviciniamo e riusciremo a gestirlo ancora meglio, invece, proprio qui è nato il problema. Abbiamo volutamente lasciato Roma per avvicinarci a casa dopo tre mesi d'inferno e proprio nella nostra città dove abbiamo la possibilità di aver una struttura del genere ci negate il diritto di assistere ad un malato terminale? Una situazione che ci ha distrutti, è inconcepibile, inaccettabile, paradossale».
La famiglia di Francesco sottolinea, però, anche l'aspetto professionale dell'Hospice: «La struttura è all'avanguardia, è pulitissima, il personale è attento un'eccellenza insomma per chi vive queste drammatiche situazioni, ma sono rigidi nelle regole e negli orari».
Umanità e buon senso stridono con la rigidità di regole e condizioni: «A Francesco non resta molto da vivere continua tra le lacrime sua sorella Paola il personale sa benissimo il quadro clinico di mio fratello, per quello chiediamo di stargli vicino. Vogliamo gestire gli orari delle visite a turno per non lasciare solo Francesco perché qualcuno gli tenga la mano, perché tempo a sua disposizione ne è rimasto poco. Francesco non ha il diritto di morire da solo. Da quando abbiamo raccontato questa vicenda sui social e giornali nessuno si è fatto vivo, non è cambiato praticamente nulla. Gli orari restano quelli, le viste anche, nulla di nulla insomma. Abbiamo, volutamente, sollevato il problema perché non credo che sia solo nostro».