Nozze all'italiana: vigne e borghi, sempre più stranieri arrivano qui per sposarsi. Roma, l'idea: matrimoni all'ombra del Colosseo

La Toscana è la regione più gettonata, in Abruzzo matrimonio nel borgo. Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau: «Dalle vigne agli chalet, soprattutto si cerca il nostro modo di vivere». Mestieri e filiere territoriali, fatturato da 800 milioni

Mercoledì 6 Marzo 2024 di Alessandra Camilletti
Nozze all'italiana: vigne e borghi, sempre più stranieri arrivano qui per sposarsi. Roma, l'idea: matrimoni all'ombra del Colosseo

Vigne, castelli, residenze storiche, borghi.

E pure barche e stabilimenti balneari.

«Sì, ma anche la ricerca del nostro modo di vivere, di celebrare l’amore. Dietro la scelta di arrivare dall’estero per sposarsi in Italia c’è un’idea molto romantica. Un modo di vivere all’italiana, di grande attrattività», sottolinea Carlotta Ferrari, presidente di Convention Bureau Italia, ente privato nazionale di promozione turistica che opera nella Meeting Industry e che a fine 2019 ha aperto una divisione dedicata al wedding.


Parlano i dati. Il settore del Destination Wedding ha chiuso il 2023 con un fatturato di 803 milioni di euro, più 34% sul 2022. Oltre 13.600 le coppie straniere che hanno deciso di celebrare le nozze in Italia (+22% circa). Ma “migrano” pure gli italiani, per sposarsi in una regione diversa da quella di residenza: otto milioni di coppie, per un mercato parallelo da 332 milioni di euro di fatturato, «fenomeno in grande crescita». L’indagine svolta dal Centro Studi Turistici per Convention Bureau Italia su un campione di 814 imprenditori della filiera prevede un incremento anche per il 2024, dell’8,8%, 1.200 eventi in più.
Dal mondo all’Italia con amore. Il 63,8% celebra un rito simbolico. «Molto spesso ci si sposa nel Paese di origine e poi si viene in Italia per celebrare la festa, replicando comunque la cerimonia», spiega Ferrari. Arrivano soprattutto dagli Stati Uniti. La scelta ricade il più delle volte sulla Toscana ma sempre di più anche sulla Puglia. «Negli anni è cambiata la preferenza per il luogo: si è partiti da ville e hotel 5 stelle, residenze storiche e oggi sono vigne, spiagge, barche, chalet di montagna. Un dato positivo perché rappresentativo della grande offerta italiana, oltre le iconiche Venezia, Firenze, Costiera Amalfitana. È sempre di più un turismo di alta qualità che cerca luoghi insoliti e molto autentici». Aggiunge la presidente: «Sul territorio cerchiamo di incentivare lo sviluppo di soggetti che promuovono e facilitano i servizi. La Toscana è stata la prima a organizzarsi, poi Piemonte e Friuli, le città di Bologna e Genova. I Convention Bureau locali replicano quanto si è fatto a livello nazionale». Nel 2023 gli sposi sono arrivati in Italia con una media di 60,7 invitati al seguito, in crescita. Diminuita la permanenza, a 2,9 notti. Nel complesso, gli arrivi collegati al Destination Wedding sono stimati per il 2023 in oltre 826mila, per un totale di 2,4 milioni di notti. Cresce del 10% la spesa media, a 59mila euro, e salgono i matrimoni con budget elevato. In generale, il 35% della spesa è destinato a food & beverage, il 21% alla location, il 16,8 all’ospitalità.
Per il 2024 le prenotazioni fanno emergere la tendenza a matrimoni “intimi” per il 22,5% e fughe d’amore con massimo dieci invitati per il 9,6%, wedding week con più giorni di festa per il 18%, green week all’insegna della sostenibilità per il 16. Conquistano spazio le nozze nel bosco, i matrimoni degustazione e le nozze nei paesi di origine, tanto più che il 2024 è l’anno del Turismo delle radici. Quasi la metà dei matrimoni del 2022 e 2023 ha visto la regia di un wedding planner. Un volano per il territorio. «Uno degli aspetti più interessanti è il coinvolgimento di una filiera estremamente vasta – dice la presidente Ferrari – Dall’albergo al catering fino al centrotavola e alla bomboniera. Il wedding planner è sicuramente figura fondamentale, un facilitatore. C’è una crescita dei professionisti esperti del territorio, consulenti della coppia, per far sì che il matrimonio sia il più italiano possibile». Lo scenario più gettonato? «La maggior parte degli sposi, in particolare americani ed europei, cerca l’italian style della villa toscana con il tavolo allestito nel vigneto, l’arco floreale sotto cui celebrare il rito e dietro il panorama collinare. Il godere del cibo, del bere e della musica. Gli sposi che arrivano dall’India invece replicano le proprie tradizioni: c’è un’alta specializzazione della filiera per la lavorazione del cibo indiano o per eseguire tatuaggi con l’henné, per esempio».
Anche Roma si struttura. «È una linea di sviluppo su cui stiamo lavorando – annuncia Alessandro Onorato, assessore a Grandi eventi e Turismo di Roma Capitale – Il flusso di coppie straniere che viene a Roma per sposarsi è al momento spontaneo e non enorme ma si può rendere strutturale. L’idea è creare le location che oggi non ci sono. Pensiamo a Villa Borghese, a Villa Pamphili ma anche all’ombra del Colosseo. Si crea un indotto ma anche un rapporto d’amore con la città in cui ci si sposa e dove tornare magari per gli anniversari».
Roma caput mundi, ma non solo. Post Covid, la Regione Lazio aveva stanziato 10 milioni in favore delle coppie, italiane o straniere, che nel 2022 avrebbero scelto di sposarsi sul territorio. Rispondendo proprio a un bando-incentivo della Regione del 2021, Francesca Chiappetta ha attivato la società Destination Wedding Lazio. «L’intento è incentivare l’uso di località meno conosciute, dalle spiagge alle ghost town – racconta – Un’app aiuta le coppie a gestire il matrimonio e l’acquisto di prodotti locali. È anche marketing territoriale». Nuove professionalità, appunto.
In Umbria, il Comune di Perugia ha lanciato il progetto SpoSi, una rete – si spiega – di sedi comunali ma anche di castelli, ville e palazzi che per il rito diventano uffici distaccati di stato civile. Tra gli obiettivi, «promuovere il territorio e rafforzare il carattere internazionale della cultura perugina». Storie di rilancio. In Abruzzo, il Comune di Città Sant’Angelo ospita – con lettera di benvenuto del sindaco agli sposi – “Matrimonio nel borgo”, progetto pilota di marketing territoriale integrato. «Buona parte delle coppie straniere che si sposano in regioni come la nostra hanno origini italiane e uniscono al matrimonio il viaggio delle radici. Il nostro obiettivo è proporre i territori nel loro aspetto più autentico, valorizzando le tradizioni nuziali», spiega Francesca Schunck, presidente dell’Associazione culturale Wedding Bureau Consulting. «A Città Sant’Angelo l’esperienza è immersiva. L’intero borgo si adopera in attività che coinvolgono sposi e ospiti, in una filiera di turismo sostenibile. La Camera di commercio Chieti Pescara ha inserito il progetto nel piano strategico quinquennale». Nel 2019 nel borgo si erano tenuti in tutto 72 matrimoni, nel 2023 sono stati 104. Dai dolci della sposa alla serenata, la serata si trasforma in una festa in piazza con balli e degustazione.

PUGLIA, DA FASANO A POLIGNANO 

In principio sono stati Michele Placido e Federica Vincenti a scegliere di sposarsi a Ostuni. Ma è stato, nel 2012, il matrimonio tra Justin Timberlake e Jessica Biel a Fasano (Brindisi), a lanciare la Puglia come wedding destination. Da allora, la regione è stata scelta per le nozze da Laure Peugeot, erede del marchio automobilistico, da Renée Zellweger e, nella finzione scenica, per uno dei (tanti) matrimoni tra Ridge e Brooke di Beautiful. La lista sarebbe interminabile. Non solo vip: si va dall’altare in spiaggia con buffet sotto le palme - molti lidi si sono attrezzati - alle cerimonie principesche nelle masserie di Fasano, nel Brindisino, o nel Barese, tra Monopoli e Polignano. A 12 anni di distanza dai primi fiori d’arancio vip, la Puglia si ritrova in cima alle preferenze degli stranieri come location per matrimoni, subito dopo la Toscana. E il fatto che lo scorso anno il Sud abbia conquistato una quota del 3,8% di mercato (la stessa persa dal Nord), autorizza a prevedere che il sorpasso è vicino. Paola Fiorito, presidente della sezione Ricevimenti di Confindustria Bari e Bat, dice: «Chi si sposa in Puglia chiede un’esperienza che va dalla cucina tipica a esibizione di pizzica e luminarie. Le cerimonie durano dai 3 ai 5 giorni, nei quali sposi e invitati partecipano a cooking class, raccolta di olive, visite in frantoi o in enoteca. Il format piace e si prevede un 2024 esaltante». (Valeria Blanco) 

VENETO, LE COLLINE DEL PROSECCO 

Venezia sarà sempre la città dell’amore. Ma a Treviso e sulle Colline del Prosecco sono in crescita esponenziale unioni civili e matrimoni stranieri. Il motivo? La bellezza dei luoghi, una burocrazia gentile, cordialità, ottimo cibo. E, non ultimo, i costi: sposarsi a Treviso e sulle Colline costa un quarto rispetto a Venezia. Maria Mayer da quindici anni lavora come wedding planner a Santa Cristina, oasi sul fiume Sile alle porte di Treviso. «Confermo la crescita: si tratta soprattutto di cittadini provenienti da Canada, Stati Uniti o Sudamerica ma anche tedeschi e olandesi e di nazionalità belga. Il comune denominatore? Avere un’origine italiana. Il matrimonio diventa l’occasione per riannodare legami e radici e far vivere un’esperienza unica anche ai famigliari». Il matrimonio in collina testimonia un nuovo desiderio di natura con una cerimonia da 40 invitati al massimo. «Il matrimonio sulle Colline diventa una grande opportunità anche per far conoscere il territorio. Spesso gli ospiti hanno una cena con prodotti a km zero a cui si abbina la cooking school. Poi la cerimonia in un luogo di valore paesaggistico e magari il ricevimento in una dimora storica piccola». In questo modo il matrimonio si trasforma in esperienza. «Sempre di più le coppie straniere scelgono l’Altamarca: si focalizzano sul luogo delle origini o su un posto visitato durante le vacanze».  (Elena Filini)

MARCHE, PETRITOLI

Sposi e invitati sono partiti anche dalla lontanissima Nuova Zelanda. In tutto 120 persone che hanno invaso i vicoli di Petritoli, borgo sulla Valdaso in provincia di Fermo. Il matrimonio risale allo scorso anno, per il 2024 le prenotazioni sono già a quota 16. Perché il borgo dal 2007 è una Wedding destination senza confini: per sposarsi qui vengono da Usa e Canada, Australia e Inghilterra. E tanti altri Paesi ancora. Un record. «Da quando è partita l’iniziativa – dice il sindaco Luca Pezzani – siamo sui 270 matrimoni. Tutto è nato da una coppia inglese che aveva comprato casa qui e poi ha deciso di sposarsi». A dare manforte è l’antico Palazzo Mannocchi, acquistato e ristrutturato, ora di Ferida Mulaganovic. Circa 50 posti letto, e una bella piscina, che accolgono sposi e invitati. Se gli ospiti sono di più, vengono utilizzate le strutture della zona. Il Comune ci ha messo del suo, mettendo a disposizione due location da sogno, la terrazza che si affaccia sulla Valdaso e i Sibillini con una vista incantevole (era l’orto dell’asilo), e il teatro dell’Iride. «Sì – chiosa il primo cittadino – siamo orgogliosi. Il fenomeno ha dato una spinta incredibile al turismo, e dire che prima non avevamo mai visto, o quasi, uno straniero. E ora scelgono Petritoli anche tante coppie provenienti da tutte le Marche». (Domenico Ciarrocchi)

CAMPANIA, TEGGIANO

Dalla Scozia, dall’Irlanda, dalla Nuova Zelanda e molti dall’Est Europa per sposarsi in un borgo medievale e, approfittare di un castello. Nel borgo di Teggiano, cittadina della provincia di Salerno nota per la festa medievale che attira centinaia di migliaia di persone, il Castello Macchiaroli è diventato meta ambita a livello nazionale e internazionale per il fatidico sì. Costruito in epoca normanna, appartenuto ai Principi Sanseverino, e scenario di grandi avvenimenti storici, dopo un complesso restauro da parte della proprietà Macchiaroli (ora è di Gisella Macchiaroli), è diventato oggi il luogo ideale per ricevimenti, manifestazioni, iniziative culturali, convegni e grandi eventi. Il Comune, conscio di questa attrazione, ha firmato un protocollo affinché oltre ai banchetti tra saloni e giardini, si possa tenere anche la cerimonia. La maestosità, il panorama delle sue torri, i camminamenti di guerra e le segrete fanno da cornice per l’evento. Nel 2023 sono stati oltre 20 i matrimoni internazionali con centinaia di invitati che oltre a festeggiare nel castello hanno visitato il borgo antico di Teggiano. Vie medievali, decine di chiese, scorci storici permettono ai turisti di vivere un’esperienza unica come quella degli sposi che spesso decidono anche di dormire nelle camere del castello. Perché la prima notte di nozze sia meravigliosa quanto il matrimonio. (Pasquale Sorrentino)

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 17:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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