Eboli, bambino di 15 mesi ucciso da due pitbull: cosa succede ora ai cani? Ecco la procedura

Gli animali di proprietà di una amica della famiglia della vittima, che abita nella stessa villetta a due piani dove si è verificata la tragedia

Martedì 23 Aprile 2024
Eboli, bambino di 15 mesi ucciso da due pitbull: cosa succede ora ai cani? Ecco la procedura

Dopo aver sbranato Francesco Pio D'Amaro, il bambino di 13 mesi morto lunedì mattina a Eboli, i due pitbull sono stati portati via dal servizio veterinario della Asl di Salerno e chiusi in un canile di Caserta.

I cani, di proprietà di una vicina di casa della famiglia, non avrebbero mai manifestato segni di aggressività. Nei loro confronti sono scattati ora due tipi di sequestro, quello giudiziario, da parte della Procura, e quello sanitario, da parte dell'Asl. 

Cosa succede ai pitbull

I due cani si trovano adesso in una struttura a Pignataro Maggiore, nel Casertano, convenzionata con il comune di Eboli. Qui, alla D0g's Town, arrivano anche i cani randagi del comune salernitano. I due pitbull vi resteranno dieci giorni in osservazione, per verificare se abbiano la rabbia. In caso affermativo, potrebbero essere abbattuti. In caso contrario, potrebbero essere restituti al proprietario se il magistrato revocherà il sequestro giudiziario.

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La dinamica dell'aggressione

La dinamica, ricostruita attraverso le dichiarazioni dei testimoni, è quella di una aggressione improvvisa, verificatasi mentre il bimbo è in braccio ai familiari nel cortile, lo zio e la madre. Uno dei due cani scatta contro il piccolo, e a questo punto anche l'altro pitbull si scatena. La mamma interviene e rimane ferita, lo zio nella concitazione cade e si fa male a un ginocchio. L'attacco dura poco, le lesioni riportate dal bambino appaiono subito gravi: viene chiamata una ambulanza, il cui equipaggio però può solo constatare il decesso della vittima. La madre invece viene medicata sul posto, per lei non si rende necessario il ricovero in ospedale.

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I cani non conoscevano il bambino

Una zia della piccola vittima azzarda un'ipotesi: «I cani non conoscevano il piccolo perché venivano chiusi in una stanza quando c'era lui. Forse sono scappati dalla stanza quando lo hanno visto e, non conoscendolo, lo hanno attaccato». I cani appartengono a una donna, amica della famiglia della vittima, che abita nella stessa villetta a due piani dove si è verificata la tragedia. «Noi conoscevamo i cani che non hanno mai avuto reazioni strane incontrandoci», racconta ancora la zia. «Mia sorella è venuta qui solo ieri (domenica 21 aprile, n.d.r) con il bimbo, hanno dormito qui. E stamattina (ieri, n.d.r) è successo l'impensabile».

 

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 14:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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