Laurea honoris causa a Mattarella e Pahor. «Hanno saputo ripudiare l'egoismo nazionalistico per la politica di riconciliazione»

Venerdì 12 Aprile 2024
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TRIESTE - A chi ha «saputo coraggiosamente ripudiare la prospettiva angusta dell'egoismo nazionalistico, per perseguire invece una politica di riconciliazione, retta sulla creazione e sul consolidamento di spazi e di simboli dedicati alla memoria collettiva, quale fondamento di autentica pace tra i popoli». Così si legge nella motivazione del conferimento delle lauree magistrali a ciclo unico di Giurisprudenza Honoris Causa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all'ex presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor.

La motivazione

Questa mattina, venerdì 12 aprile, la cerimonia di consegna nell'Aula Magna dell'università di Trieste, che ha salutato con un applauso l'ingresso del presidente Mattarella. Il Capo dello Stato dopo aver salutato i rappresentanti delle istituzioni, è andato a sedersi a fianco all'ex presidente Pahor.

Subito dopo sono stati intonati l'inno nazionale italiano e poi quello sloveno; infine, ha preso la parola il rettore Roberto Di Lenarda, che ha conferito le due lauree magistrali. «Due statisti che hanno interpretato l'amor di patria in una dimensione europea alta» ha detto leggendo la motivazione «così contribuendo a trasformare la frontiera adriatica, da territorio di aspro conflitto etnico e culturale, ad area di dialogo, di cooperazione e di amicizia, nella comune coscienza dei diritti umani e nella luce delle libertà democratiche».

L'università, «incubatore futuro»

Nell'aprire la cerimonia il rettore ha rivolto un primo pensiero al ruolo dell'istruzione di fronte agli scenari attuali, come la strage del Mar Rosso. «Credo che l'Università abbia la responsabilità di sostenere la fine immediata del massacro nella striscia di Gaza ma non meno di condannare l'ignobile attacco di Hamas del 7 ottobre scorso». L'università, per Di Lenarda, «riconosce l'unica sovranità del metodo scientifico, dello studio, della conoscenza», intesa come «incubatore del futuro». Di Lenarda ha sottolineato che «gli scenari di guerra ci avvertono che un crescendo lineare di progresso scientifico e tecnologico non si traduce automaticamente in un progresso della democrazia, della convivenza pacifica e della giustizia sociale». Dunque, «è necessario creare le condizioni che rendano lo sviluppo sostenibile esistenzialmente e rispettoso dell'umano» e in questo si inquadra il «ruolo attivo» dell'università, che deve «restituire alla società un valore aggiunto in termini di riflessione sul senso delle cose, di capacità di analisi critica, di autonomia di pensiero», che si ricongiunga «costantemente al senso del bene e del male».

Pahor: «Grazie a Mattarella credo all'amicizia in politica»

«Non è vero che non c'è amicizia in politica, grazie a te ho cominciato a crederci. Tu sei un grande statista e ci siamo aiutati a vicenda. Mi auguro che nel nostro mondo l'amicizia riesca a prevalere sul risentimento e l'odio». Lo ha detto l'ex Presidente sloveno Borut Pahor parlando in italiano, a conclusione del suo intervento, in sloveno, dopo che gli è stata conferita la laurea.

Mattarella: «Italia e Slovenia siano orgogliose del loro percorso»

Durante il suo discorso d'intervento il presidente Sergio Mattarella ha guardato il percorso svolto negli ultimi anni dai due stati. «Volgendo lo sguardo al cammino compiuto, in Europa, appare fuori da ogni dubbio che la Repubblica di Slovenia e la Repubblica Italiana debbano essere orgogliose delle mete raggiunte in questi anni. Incontrarsi non è stato scontato e non sono mancate incomprensioni lungo il percorso; difficoltà che, tuttavia, non hanno impedito ai nostri Paesi di progredire costantemente, dando vita a un partenariato profondo e articolato che ci vede lavorare fianco a fianco sui temi prioritari dell'agenda europea e internazionale. Non è stato agevole. Tanto più assume valore quanto realizzato dai nostri Paesi». 

Ultimo aggiornamento: 21:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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