Papa Francesco sotto i riflettori: con la messa del Crisma celebrata nella basilica vaticana ha avviato il periodo liturgico dell'anno più intenso, quello in cui si concentrano lunghissimi e defatiganti riti, arrivando al culmine domenica con la messa di Pasqua in piazza san Pietro.
Nella messa del Crisma in cui si vengono benedetti gli oli santi che verranno usati poi nel corso dell'anno per varie celebrazioni sacramentali, Papa Francesco sembra prendere atto delle “polemiche” che squassano il corpo ecclesiale. E ai sacerdoti presenti fornisce qualche riflessione mutuata dalle "Imitazioni di Cristo", celebre testo seguito da secoli da schiere di chierici. Il Papa chiede di non dare «giudizi sprezzanti su chi non crede, ma amore e lacrime per chi è lontano. Le situazioni difficili che vediamo e viviamo, la mancanza di fede, le sofferenze che tocchiamo, a contatto con un cuore compunto non suscitano la risolutezza nella polemica, ma la perseveranza nella misericordia».
Una frase che pur non contestualizzata in modo specifico all'interno della controversia sulle coppie gay, può essere benissimo letta anche in quella chiave. «Quanto abbiamo bisogno di essere liberi da durezze e recriminazioni, da egoismi e ambizioni, da rigidità e insoddisfazioni, per affidarci e affidare a Dio, trovando in Lui una pace che salva da ogni tempesta! Adoriamo, intercediamo e piangiamo per gli altri: permetteremo al Signore di compiere meraviglie. E non temiamo: Lui ci sorprenderà! Il nostro ministero ne gioverà. Oggi, in una società secolare, corriamo il rischio di essere molto attivi e al tempo stesso di sentirci impotenti, col risultato di perdere l’entusiasmo ed essere tentati di tirare i remi in barca, di chiuderci nella lamentela e far prevalere la grandezza dei problemi sulla grandezza di Dio. Se ciò avviene, diventiamo amari e pungenti» afferma Francesco nella omelia che ha preparato e che legge senza problemi. «Ma se invece l’amarezza e la compunzione si rivolgono, anziché al mondo, al proprio cuore, il Signore non manca di visitarci e rialzarci. Come esorta a fare l’Imitazione di Cristo: «Non portare dentro di te le faccende degli altri, non impicciarti neppure di quello che fanno le persone più in vista; piuttosto vigila sempre e in primo luogo su di te».
Come ogni Giovedì Santo nel pomeriggio Francesco sarà a Rebibbia, nella sezione del carcere femminile, per celebrare la messa in Coena Domini con il tradizionale rito della lavanda dei piedi a dodici detenute che simboleggiano gli apostoli. Si tratta dell'Ultima Cena che Gesù tenne insieme ai suoi apostoli prima dell'arresto e della condanna a morte. Tutti e quattro i Vangeli riferiscono che Gesù, avvicinandosi la festa "degli Azzimi", ossia la Pasqua ebraica, mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena, in casa di un loro seguace.